La Roma torna meritatamente alla vittoria battendo l’ottimo Lecce
ROMA-LECCE 4-1
(AGR) Per diversi motivi – tra gli altri: ‘riconquista’ della tifoseria, riacquisizione della consapevolezza nei propri mezzi da parte dello spogliatoio, neutralizzazione del ciarpame mediatico che quotidianamente disorienta l’ambiente con facezie, idiozie e fake news pescate chissà dove – oltre che, naturalmente, per gli impellenti motivi di classifica, la Roma ‘doveva’ tornare a vincere e doveva farlo in modo convincente. I tifosi, da parte loro, comprendendo l’attuale momento delicato della squadra, avevano raccolto l’appello di Ranieri lanciato e ribadito più volte nei giorni scorsi (‘non fischiate la squadra, ma sostenetela fino all’ultimo secondo di gara’, s’era raccomandato il mister) tant’è che all’uscita dal campo dopo la sconfitta interna con l’Atalanta, s’erano astenuti dall’infierire sui propri ‘beniamini’ con le sonore e ormai abituali fischiate di fine gara e anche la sconfitta contro il Napoli era stata ‘metabolizzata’, diciamo così, in tempi brevi. Ranieri, insomma, nonostante le due sconfitte patite, è riuscito a riaccendere l’orgoglio e l’entusiasmo romanista: un vero capolavoro!
Bisognava, però, che il messaggio urbi et orbi trasmesso attraverso i media, buono per scuotere l’ambiente giallorosso tramortito dalle recenti sberle prese qua e là, trovasse la sua tangibile conferma; bisognava che quanto scaturito dalle sedute di allenamento (cioè una migliore condizione psico-fisica generale) o quanto elaborato e valutato nella ‘war-room’ sul piano strategico-tattico (consistenza qualitativa dell’avversario, miglior modulo da applicare) trovasse la sua conferma, venisse, cioè, raccolto dalla squadra e trasformato sul campo in u produttivo passaggio dalla teoria alla pratica. Da quanto abbiamo visto contro il Lecce, l’obiettivo è stato centrato. Oddio, qualcosa s’era già visto contro il Tottenham e poi contro l’Atalanta e il Napoli (due sconfitte obiettivamente immeritate), ma in quelle occasioni, forse per limiti di temperamento, la squadra giallorossa s’era, sì, battuta bene, cioè al meglio di quanto le sue possibilità potevano offrirle, ma di ‘animus pugnandi’ vero e proprio non se n’era visto a sufficienza.
Partita subito a tavoletta, la Roma si riversa subito nella metà campo avversaria e al 13’ va in vantaggio: El Shaarawy trova bene Saelemaekers che con un tocco di precisione anticipa Jean e Falcone. Dopo il vantaggio la Roma continua ad assediare il Lecce: per la squadra pugliese non ci sono spazi, ma al 40’, autentico fulmine a ciel sereno – fino a quel momento i salentini avevano azzardato più o meno nulla oltre la propria metà campo – arriva al pareggio nell’unica incursione in area giallorossa: Abdulhamid, corpulento difensore arabo, entra tosto su Coulibaly, che, travolto, cade in piena area di rigore. Penalty netto e trasformato da Krstovic. La partita prosegue e, con la Roma costantemente in avanti, si arriva alla fine del primo tempo.
Nella ripresa, prosegue l’assedio della Roma che, dopo aver sfiorato il raddoppio in almeno un paio di occasioni, si riporta in vantaggio al 59’: è ancora il faraone ad inventare un cross perfetto per Mancini, che insacca di testa anticipando Baschirotto. Qualche minuto ancora e, al 66’, il bravo Dorgù perde palla banalmente, Konè, a nostro parere il migliore in campo, ne approfitta e pesca bene Dybala, l’argentino spedisce ad Abdulhamed e questi gira prontamente per Pisilli che insacca, potente e preciso, sul primo palo. 3-1 ma la Roma non si accontenta, spinge ancora, il Lecce è alle corde, e nel finale, all’86’, arriva la quaterna, autore Konè: l’assist di Pisilli è preciso e invitante e il centrocampista, nazionale francese di origini ivoriane, la mette sul secondo palo, fuori della portata dell’ottimo Falcone.