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Fiumicino, rivoluzione scuola calcio

print09 luglio 2015 21:15
(AGR) La rivoluzione Copernicana è partita. La scuola calcio del Fiumicino cambia pelle. Dopo tre anni lascia la società Massimiliano di Giulio. Al suo posto un intero staff composto da quattro persone e uno stuolo di professionisti accanto. La novità sta qui: ci sarà un responsabile della scuola calcio, due responsabili della metodologia che quest’anno sarà incentrata sul metodo del guru della cantera del Barcellona Horst Wein, un vicepresidente del settore giovanile, una psicologa, una nutrizionista, un fisioterapista, un dentista e un oculista. “In primis - spiega il presidente del Fiumicino, Simone Munaretto - il nostro ringraziamento va a Massimiliano Di Giulio. Grazie a lui in questi tre anni la scuola calcio del Fiumicino è cresciuta sia qualitativamente che quantitativamente. Purtroppo a volte le strade si separano. Dispiace, gli mandiamo un grossissimo in bocca al lupo. Lo staff? Volevamo fare un salto di qualità. Per questo abbiamo deciso di creare una squadra che seguisse da vicino la scuola calcio”.

Il nuovo responsabile sarà Giuseppe Di Pierno, a lui toccherà l’organizzazione logistica, quella dei tornei e tutto ciò che ruota attorno alla scuola calcio. Accanto avrà Gigi di Ruocco e Claudio Rutilo: si occuperanno della metodologia. Stefano Costa, vicepresidente del settore giovanile, sarà il raccordo tra società, genitori e staff.

La rivoluzione partirà dalla metodologia e dal programma. Prima novità le schede di valutazione iniziali, di medio termine e di fine corso. “Il nostro obiettivo - sottolinea il presidente Munaretto - è che tutti i bambini abbiano modo di crescere e per fare questo dobbiamo seguire da vicino il loro percorso. Il metodo che andremo a seguire sarà quello di Horst Wein. Il suo credo, ovvero quello di adattare il gioco ai ragazzi, di indurli a pensare e trovare soluzioni, sono idee in cui crediamo. La scuola calcio per noi deve essere una scuola di vita e di sport. Lavoreremo non solo sulla tecnica o sul lato atletico, ma anche sulla testa, dando modo ai ragazzi di sviluppare le loro capacità cognitive”.

 

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