Ad Agenas proclamato lo stato di agitazione per confermare i contratti in scadenza a novembre
Sono 70 i precari coinvolti che lavorano da anni presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Cgil Cisl Uil: «Intervenire entro il 2 novembre con un percorso di stabilizzazione». Silenzio dal ministero della Salute
(AGR) Mentre il Covid dilaga in ogni regione, all'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) nonostante gli sforzi e le ipotesi presentate in questo periodo, 70 precari storici rischiano di rimanere a casa. Il rinnovo dei loro contratti, in scadenza il prossimo 2 novembre, non sembra essere in agenda al ministero della Salute. Tutto ciò nonostante le ipotesi di soluzione presentate al tavolo di negoziazione. Per questo FpCgil, CislFp e UilFpl di Roma e Lazio hanno proclamato lo stato di agitazione del personale. Le professionalità coinvolte spiegano i sindacati in un comunicato «sono legate agli incarichi acquisiti dall’Agenzia con il decreto 35 del 2019, per lo specifico supporto al Commissario ad acta e ai Commissari sanitari della Regione Calabria. Abbiamo atteso fiduciosi che ci venisse prospettata una soluzione immediata per assicurare quantomeno la proroga dei contratti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia, ma ancora nulla è stato fatto». Il paradosso, evidenziano le organizzazioni dei lavoratori è che l’apporto professionale, soprattutto in questo momento di emergenza Covid, è indispensabile e il rischio sarebbe quello di perdere proprio ora «risorse essenziali all’interno del sistema sanitario nazionale, specie quelle impiegate in funzioni legate al raccordo e al coordinamento tra Stato e Regioni». Per ora dal ministro della Salute Roberto Speranza nessun segnale e questo nonostante le numerose sollecitazioni giunte, a cominciare dagli emendamenti, bocciati, presentati da Laura Boldrini e Pietro Grasso ad agosto.