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Cure territoriali e medicinali erogati in farmacia: le necessità del malato cronico

Nel 2022 e nel solo Veneto, le farmacie hanno distribuito 5milioni di confezioni. L’innovazione tecnologia unitamente alle risorse del PNRR aprono a nuovi scenari e dovranno portare cambiamenti per quanto riguarda la dispensazione delle cure sempre più sicure

printDi :: 13 aprile 2023 16:44
Cure territoriali e medicinali erogati in farmacia: le necessità del malato cronico

(AGR) La riforma della sanità parte da una nuova necessaria riorganizzazione del territorio, tenendo conto del forte impulso delle nuove tecnologie diagnostiche, di monitoraggio e delle nuove cure disponibili. Si è parlato di questo e delle possibili soluzioni da portare a sistema nel corso del tavolo di lavoro “INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE”, organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Sanofi. Obiettivo: coinvolgere tutti gli attori della filiera nelle regioni del Nord-Est, benchmark in sanità, per promuovere azioni di cambiamento e nuovi modelli organizzativi sulla dispensazione delle cure sempre più sicure, razionali e vicine ai bisogni del cittadino. È auspicio e impegno di tutti i partecipanti al tavolo di lavoro al termine del percorso iniziato di proporre soluzioni concrete per mantenere e implementare un sistema di distribuzione delle cure di eccellenza e sempre più centrato sui nuovi bisogni. Nel suo compito di dare le risposte a tutti i cittadini, la sanità deve considerare quattro punti di vista: quello del decisore, dell’azienda sanitaria, del paziente e e il punto di visto dell’operatore sanitario.

IL FENOMENO DELLA CRONICITÀ

 
Di fronte al fenomeno della cronicità, di cui secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane soffre il 40% della popolazione italiana - sono 24 milioni gli italiani con una patologia cronica per una spesa sanitaria che sfiora i 67 miliardi di euro - emerge la necessità di una rinnovata modalità di approvvigionamento delle terapie per i pazienti cronici, problema che la pandemia ha evidenziato ulteriormente. Questa attività, che potrebbe essere delegabile al territorio, richiede una rapida revisione dei percorsi, consapevoli che si sta entrando in una nuova era che passa dalla distribuzione diretta del farmaco (DD), alla distribuzione per conto (DPC), per arrivare alla home delivery attraverso nuove modalità. Le regioni del Triveneto hanno molto creduto e da anni, alla distribuzione per conto.

I dati della Regione Veneto, forniti dalla Direzione Farmaceutico-protesica-dispositivi medici, sono significativi: emerge che nel 2019 le farmacie hanno distribuito con questo sistema 3,5milioni di confezioni e 5milioni nel 2022. Sul piano dei costi, le aziende sanitarie hanno sostenuto una spesa di 25,5 milioni di euro nel 2019 e 35milioni di euro nel 2022, con una stima di spesa nel 2025 di 48milioni di euro. “Il servizio di distribuzione per conto ha incontrato il favore di molti concittadini che preferiscono andare nella farmacia sotto casa a ritirare un farmaco, piuttosto fare chilometri e andarlo a ritirare in ospedale”, ha spiegato Giovanna Scroccaro, Direttore della Direzione Farmaceutico-protesica-dispositivi medici dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto. È evidente che sempre più farmaci vengono classificati da AIFA nella classe APHT cioè da erogare secondo forme distributive che garantiscono uno specifico monitoraggio dei consumi e la presa in carico e la continuità assistenziale ospedale-territorio, e sempre di più crescono le file dei pazienti cronici che necessitano di terapie. Per questo penso sia il momento di fare una riflessione sul tema della distribuzione dei farmaci e anche di fare delle proposte di cambiamento, perché il Covid ci ha insegnato che è necessario essere di maggiore prossimità rispetto al cittadino e quindi anche i nostri attuali modelli distributivi dei farmaci necessitano di essere cambiati”.

“È vero che c’è stata una concezione della sanità troppo ospedalo-centrica, ora bisogna trovare il baricentro corretto in sanità, nel rapporto tra sistema sanitario e cittadino che, però, non esiste nel PNRR ed è un peccato che nella scrittura del piano non siano stati coinvolti coloro che operano sul territorio. Per questo è importante il confronto” ha sottolineato Valerio Di Giannantonio, Segretario provinciale FIMMG- Federazione italiana Medici di famiglia di Trento, che ha messo in evidenza anche i bisogni principali della medicina generale, oggi: “La semplificazione è una urgenza: serve semplificare i processi in cui non c’è bisogno dell’intervento professionale del medico, serve ridurre le procedure burocratiche a basso valore aggiunto. È una urgenza inoltre rendere più attrattiva la nostra professione perché c’è l’immagine di una professione sempre più dura e con poco tempo per sé e per la propria famiglia”.

“Condividiamo la gestione delle attività relative alla distribuzione diretta (DD) o per conto (DPC) dei farmaci nella gestione delle terapie croniche” ha spiegato Vincenzo Lolli, Segretario Regionale SIFO-Società Italiana di Farmacia ospedaliera di Regione Veneto. “Emerge la necessità di provvedere a una riorganizzazione del sistema della filiera che parte sia dalla informatizzazione, che dovrebbe essere più spinta, e prevedere una gestione sia della prescrizione dal punto di vista specialistico (stesura piani terapeutici e prescrizioni) che può essere sia gestita in prima istanza a livello ospedaliero a seguito delle visite specialistiche, sia gestita per distribuzione per conto dalle farmacie di comunità quando la terapia del paziente è consolidata e le condizioni cliniche possono essere considerate stabili. È necessario uno sviluppo dell’organizzazione attuale puntando sul decentramento”.

Formazione, interoperabilità dei sistemi e condivisione dei problemi legati alla cronicità da parte di tutti gli attori del sistema: questi gli aspetti chiave che ha evidenziato Silvia Tonolo, Presidente ANMAR-Associazione nazionale malati reumatici. “Inoltre serve meno burocrazia, che uccide il servizio sanitario, e soprattutto serve più condivisione con il paziente, che ha bisogno soprattutto di un servizio sanitario a misura di cronicità. Inoltre dobbiamo abbattere i silos di spesa, forte criticità dell’attuale sistema assistenziale, dobbiamo cioè cercare di mettere tutto in un grande contenitore e ragionare dove è il costo sociale e dov’è quello sanitario (ospedale, territorio, farmaci, etc.) e cercare anche di raccogliere quei dati che il paziente cronico può condividere solo con il medico di medicina generale. Infine, serve implementare il fascicolo sanitario elettronico che deve essere condiviso. L’auspicio è che le Regioni possano contenere i tetti di spesa, considerino il vissuto del paziente e si confrontino con le associazioni pazienti perché queste possono dare un supporto sicuramente operativo e progettuale”.

“Il sistema sanitario sta mostrando sempre più le sue difficoltà ad adeguarsi all’aumento della domanda di salute.  Abbiamo quindi bisogno di ripensare le fondamenta su cui abbiamo costruito il sistema di distribuzione delle cure verso i pazienti territoriali, per riuscire ad individuare come soddisfare meglio i loro bisogni nel rispetto della sostenibilità. Quindi dobbiamo riuscire a creare valore e soddisfare le esigenze dei pazienti e dei cittadini in genere, garantendo servizi adeguati, individuando soluzioni partendo dalla multicanalità, semplificazione dei processi, riduzione della burocrazia” ha concluso Emanuele Mognon, Direttore Uoc logistica Azienda Zero.

foto pixabay

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