Bergamo, duemila trapianti di fegato all'ospedale Papa Giovanni XXIII
E' arrivato dalla Grecia l'organo del donatore. Una donna bergamasca di 55 anni si è sottoposta al trapianto di fegato numero 2.000 della storia dell’Ospedale di Bergamo, effettuato sabato 29 luglio 2023. Dopo l’intervento, la paziente è stata trasferita in terapia intensiva in buone condizioni.
Un immagine del trapianto di fegato numero 2000. Da sinistra: Agnesi, Personeni, Colledan.
(AGR) È stata una donna bergamasca di 55 anni la ricevente del trapianto di fegato numero 2.000 della storia dell’Ospedale di Bergamo, effettuato sabato 29 luglio 2023. Dopo l’intervento, la paziente è stata trasferita in terapia intensiva in buone condizioni. Il decorso post operatorio è regolare. La donna, che aveva subito un precedente trapianto in passato, aveva purtroppo sviluppata una insufficienza dell’organo ed era stata ricoverata ad aprile al Papa Giovanni XXIII in attesa di un organo da donatore. La disponibilità dell’organo è arrivata da un donatore deceduto in Grecia.
Una Convenzione bilaterale tra il nostro Paese e la Grecia prevede che gli organi dei donatori non utilizzati nel Paese ellenico possano essere destinati ai pazienti italiani in attesa di trapianto. Il prelievo dell’organo è stato eseguito dagli specializzandi Arianna Trizzino e Lorenzo Macone, che hanno trasportato l’organo in volo nella notte di venerdì. L’intervento di trapianto è iniziato alle ore 8.20 e si è concluso dopo 7 ore e mezza. Ad eseguire il trapianto in sala operatoria al Papa Giovanni c’era Michele Colledan come primo operatore, affiancato dallo specializzando Stefano Agnesi, dagli anestesisti Ester Clemenza e Micol Maffioletti, dagli strumentisti Mattia Sana e Federica Personeni - dagli infermieri Valeria Brignoli, Cristiana De Pirro, Viviani Letizia e dalle tutor anestesiste Ester Mulas e Barbara Rasella. Il coordinamento dei tempi tra il donatore ed il ricevente è stato curato in nottata dall’infermiera Michela Bassetti, che fa parte del gruppo seguito dall’Unità Coordinamento prelievo e trapianto d’organo, di cui è responsabile Sergio Vedovati, e in mattinata dalla chirurga dei trapianti Annalisa Amaduzzi. Subito dopo l’intervento la donna è stata ricoverata in Anestesia e Rianimazione 3, diretta da Fabrizio Fabretti per essere trasferita in reparto ordinario, per il proseguo delle cure con i medici della Gastroenterologia 1 – epatologia e trapiantologia, diretta da Stefano Fagiuoli.
Questo trapianto conferma l’elevata specializzazione del Papa Giovanni XXIII in questa attività clinica, a più di un quarto di secolo dall’avvio del programma di trapianti di fegato che risale al 1997. Sono91 i trapianti eseguiti nel 2022 su adulti e bambini. Un volume di attività che pone il Papa Giovanni XXIII tra i centri più attivi a livello europeo. In Italia, il centro di Bergamo è il quinto centro in assoluto per trapianti eseguiti e rientra tra i sei centri che insieme realizzano oltre il 53% di tutti i trapianti (11.827 su 22.174 tra il 2000 e il 2020[1]). Per garantire ai pazienti maggiori possibilità di accedere al trapianto e limitare la mortalità in lista d’attesa, da diversi anni a Bergamo sono state introdotte strategie per sfruttare al meglio gli organi disponibili. Quello di Bergamo è il centro con la maggiore esperienza al mondo sulla tecnica ‘split liver’, che prevede la divisione del fegato del donatore in due parti di dimensioni in genere differenti, per realizzare un doppio trapianto, su un bambino e su un adulto. L’ospedale di Bergamo è l’unico centro in Regione Lombardia identificato per l’esecuzione di trapianti di fegato in pazienti HIV positivi. È inoltre disponibile l’opzione di trapianto da donatore vivente.
“Quest’anno tutti i trapianti che eseguiamo hanno visto un incremento senza precedenti – prosegue Colledan -. Siamo al settantesimo trapianto di fegato dall’inizio dell’anno con una proiezione attorno ai 120, circa il 30% in più dell’anno scorso. Finora il ‘picco’ era stato di 99 trapianti in un anno. L’incremento è dovuto prevalentemente ad un forte impulso che la Regione Lombardia è riuscita ad imprimere alle donazioni, creando così più occasioni che siamo stati in grado di sfruttare. Il nostro ospedale è comunque sempre ai vertici regionali e nazionali per reperimento di donatori”.
“L’attività trapiantologica è un ottimo indicatore della qualità globale di una struttura sanitaria – commenta Stefano Fagiuoli, professore di Gastroenterologia all’Università Milano Bicocca, Direttore del Dipartimento di Medicina e della Gastroenterologia 1 – epatologia e trapiantologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Per ogni percorso trapiantologico, per la preparazione dei candidati, l’organizzazione e l’attuazione dell’intervento, la gestione post operatoria intensiva e la degenza pre dimissione, di fatto non c’è struttura sanitaria, amministrativa o logistica che non sia attivamente coinvolta in una o più fasi. E si conferma come l’attività trapiantologica abbia introdotto e continui a consolidare il principio del ‘lavoro in team”, che rappresenta la vera arma vincente della medicina moderna. L’attività di trapianti per la Gastroenterologia dell’ospedale di Bergamo è stata brillantemente avviata dal prof. Mario Strazzabosco. Oggi è una straordinaria emozione sapere di svolgere il proprio lavoro circondato e sostenuto da un fenomenale capitale umano e tecnico, quale quello del Papa Giovanni XXIII”.
L’attività pediatrica di trapianti a Bergamo è tra le più importanti al mondo. Ogni anno sono oltre 30 i trapianti di fegato pediatrici realizzati. Negli ultimi vent’anni al Papa Giovanni XXIII sono stati realizzati 650 trapianti pediatrici di fegato, cioè circa la metà dei trapianti eseguiti in Italia (1.316 trapianti in 5 centri attivi1). A seguire i pazienti in età pediatrica sono gli specialisti della Epatologia e Gastroenterologia pediatrica e dei trapianti. L’Unità diretta da Michela Bravi è parte della Pediatria, diretta da Lorenzo D’Antiga, che ha dichiarato: “Per quanto riguarda i trapianti il nostro centro ha dimostrato come sia importante coniugare la cura dei pazienti adulti a quella dei pazienti pediatrici con insufficienza d'organo i quali, nonostante delle evidenti differenze, spesso richiedono competenze specialistiche simili ma poco disponibili nel panorama assistenziale sanitario del nostro paese e di molti altri paesi europei che si rivolgono al Papa Giovanni. A Bergamo questo è stato possibile grazie a Michele Colledan, uno dei pochi chirurghi al mondo in grado di eseguire tutti i trapianti d'organo sia nell'adulto che nel bambino”.
Fabio Pezzoli, Direttore sanitario ASST Papa Giovanni XXIII dichiara : “L’ospedale di Bergamo trova la sua forza nel contesto multidisciplinare di un grande Ospedale generalista, con specializzazione pediatrica e orientato alla ricerca. Un valore aggiunto che permette al Papa Giovanni XXIII di prendersi cura di tutte le condizioni patologiche del fegato del bambino e dell’adulto, ponendosi come una delle pochissime realtà italiane in grado di trattare pazienti di tutte l’età e conferendo al Centro trapianti di fegato di Bergamo un profilo di primo piano nel panorama internazionale”.
Maria Beatrice Stasi, Direttore generale ASST Papa Giovanni XXIII dichiara: “Il nostro ospedale dimostra ancora una volta di essere in grado di raggiungere traguardi importanti proseguendo nel solco di una tradizione clinica costruita con passione, impegno, sacrificio e dedizione anche nei momenti più difficili. Mi sembra ieri quando a fine 2019 abbiamo festeggiato 20 anni dal primo trapianto di fegato all’ospedale di Bergamo su un paziente adulto. E in pieno Covid-19 abbiamo raggiunto il traguardo dei 1000 trapianti di cuore. Sono centinaia i professionisti dell'ospedale che contribuiscono a tradurre in speranza di vita il gesto altruistico di chi dona i suoi organi. Preziosa è anche la rete di Regione Lombardia che ha tra i suoi obiettivi strategici la rete organizzativa dei trapianti e la sensibilizzazione verso i cittadini sul tema delle donazioni. Questo impegno, unitamente a quello delle preziose associazioni permette a ospedali come il nostro di contribuire a una riduzione dell'attesa in lista per un trapianto, a beneficio dei pazienti da ogni parte d'Italia”.
foto da comunicato stampa