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Amianto nell’Istituto Poligrafico di Foggia: INAIL e INPS condannate a risarcire per malattia professionale un lavoratore

L’uomo, affetto da placche pleuriche, è stato esposto per 18 anni ad alte concentrazioni di fibre e polveri di amianto.

printDi :: 24 dicembre 2024 17:03
Amianto nell’Istituto Poligrafico di Foggia: INAIL e INPS condannate a risarcire per malattia professionale un lavoratore

(AGR) di Donatella Gimigliano

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna dell’INAIL all’indennizzo del danno di 15mila euro per malattia professionale, placche pleuriche, dovuta all’esposizione all’amianto per 18 anni di un impiegato nello stabilimento del Poligrafico dello Stato di Foggia, e ha condannato l’INPS ad adeguare la sua posizione lavorativa. 

 
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, nel periodo della sua attività professionale, dal 1982 al 2002, era un ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, poi privatizzato ha iniziato a lavorare a 20 anni, come “Perito Chimico Cartaio” dalla Cartiera di Foggia che in quel periodo aveva circa 1400 dipendenti e produceva carta per usi dello Stato. La materia prima era costituita da cellulosa di paglia (proveniente da residui del grano del Tavoliere) che veniva trattata, sminuzzata, riscaldata, additivata con sostanze chimiche, e una delle materie prime indispensabili al suo trattamento e anche dello sbiancamento della carta era il cloro, che veniva prodotto in loco con il metodo delle celle elettrolitiche e con utilizzo di un separatore a base di amianto.

Il diaframma di amianto che separava le celle elettrolitiche era costituito da contenitori cilindrici riempiti di pasta di amianto. L’operazione di apertura sacchi, mescola, riempimento cilindri si svolgeva all’interno dello stesso ambiente delle celle, rendendo gli ambienti fortemente polverosi poichè privi di sistemi di aspirazione delle polveri. In tale ambiente l'uomo si è occupato di analisi di laboratorio e trattamenti termici che richiedevano il contatto continuo con materiali contenenti la fibra killer, come i guanti protettivi e caldaie, tubi, valvole, tutti in amianto.

L’uomo ha finalmente ottenuto giustizia grazie al ricorso dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, che sottolinea: “la Corte ha fatto valere il riconoscimento amianto sulla base degli atti di indirizzo del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, che hanno accertato una esposizione dei lavoratori fino all’inizio delle bonifiche”.

L’Osservatorio Nazionale Amianto è impegnato nella tutela delle vittime, dei loro familiari e dei lavoratori esposti tramite il sito www.osservatorioamianto.it, o il numero verde 800 034 294.

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