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Amianto killer condannati Difesa e Interno a riconoscere vittima del dovere un marinaio deceduto per mesotelioma

Alla vedova del militare deceduto di mesotelioma peritoneale andrà un risarcimento di 285mila euro e assegni vitalizi mensili di 2100 euro. Le indagini hanno messo in evidenza che il militare è stato esposto a concentrazioni di polveri e fibre di amianto dal dicembre del 1976 all’aprile del

printDi :: 18 ottobre 2024 15:05
Amianto killer condannati Difesa e Interno a riconoscere vittima del dovere un marinaio deceduto per mesotelioma

(AGR) di Donatella Gimigliano

La Corte d'Appello di Trieste, confermando la sentenza di rimo grado del Tribunale di Trieste, e ha condannato il Ministero dell’Interno a riconoscere lo status di vittima del dovere ad un marinaio poi deceduto per un mesotelioma peritoneale da esposizione all’amianto nella Marina Militare, e quello della Difesa alla costituzione dei benefici previdenziali in favore della vedova alla quale andrà una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi di 2100 euro mensili.   

 
La storia del militare è un esempio di impegno e determinazione che purtroppo l’ha condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La triste scoperta è avvenuta nell’ottobre 2015 all’età di 60 anni quando riceve la diagnosi di mesotelioma peritoneale.

Dopo la diagnosi l’uomo è venuto a conoscenza della sua elevata e non cautelata esposizione all’amianto, perdurata per tutto il periodo del servizio militare, e ha così deciso di rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto, e al suo Presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, coadiuvato dall’Avv. Corrado Calacione, per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere e di tutti i benefici amianto riservati alle Forze Armate.

L'uomo però,  il 19 febbraio 2023, nelle more del processo poi proseguito dalla vedova, è deceduto a causa di un aggravamento delle sue condizioni di salute.

L’istruttoria dei due giudizi ha messo in evidenza che il militare è stato esposto ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto sia nelle basi arsenalizie della Marina Militare, sia a bordo della nave Centauro, dove è stato impiegato come motorista per due anni, dal dicembre del 1976 all’aprile del 1978.

“Si tratta di una sentenza significativa perché sottolinea che l’amianto è stato usato senza restrizioni e in elevate concentrazioni nelle basi arsenalizie e nelle unità navali, e che c’è stata esposizione indiscriminata e senza restrizioni dei nostri militari, in particolar modo dei motoristi navali della Marina Militare, come Zuban. Purtroppo sono centinaia i casi di decessi dei militari delle nostre Forze Armate per mesotelioma e altre patologie asbesto correlate”, commenta amareggiato Bonanni.

L’ONA, unitamente a quello delle Vittime del Dovere, ha costituito un dipartimento per la tutela dei nostri militari che possono chiedere assistenza attraverso il numero verde 800 034 294 o il sito https://www.osservatorioamianto.it/.

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