Amianto in RAI: deceduto a Roma a 62 anni per un mesotelioma ex dipendente
Alcuni giorni fa aveva raccontato a La Repubblica che la RAI aveva destinato fondi per risolvere il problema e negli anni 2010-2012 aveva disposto il piano di bonifica, ma le misure di sicurezza durante il processo sono risultate insufficienti e i dipendenti sarebbero stati esposti alle fibre
(AGR) di Donatella Gimigliano
M. M. S., ex dipendente della RAI è deceduto a 62 anni a causa di un mesotelioma pleurico, malattia derivante dall'esposizione all'amianto durante il suo lungo servizio nella sede romana dell’emittente pubblica. Qualche giorno fa aveva raccontato a La Repubblica che l’azienda statale aveva destinato considerevoli fondi nel corso degli anni per tentare di risolvere un problema di cui era a conoscenza da tempo: «.....facevano regolari controlli per monitorare la quantità di fibre presenti nell'aria», e aveva denunciato: «la mia esposizione è avvenuta soltanto all'interno dell’ufficio».
Nel luglio del 2023, l’uomo aveva iniziato a manifestare i sintomi caratteristici del mesotelioma pleurico: difficoltà respiratoria, tosse persistente e dolore toracico. Successivi accertamenti clinici avevano confermato la presenza della malattia, attribuendola alla sua esposizione all'amianto.
Il minerale, come l'uomo stesso aveva riferito, era presente negli edifici e negli impianti dell'emittente che, negli anni 2010-2012 aveva disposto il piano di bonifica, ma le misure di sicurezza durante il processo sono risultate insufficienti, e i dipendenti, compreso S., che aveva assistito personalmente alle attività di bonifica dell’asbesto durante il suo normale orario di lavoro, notandone anche lo sgretolamento, sono stati esposti alle pericolose fibre aerodisperse durante le attività lavorative.
L’uomo, tra l’altro, aveva segnalato ai suoi referenti interni che i lavori erano stati eseguiti in assenza di strumenti adeguati di prevenzione tecnica e di protezione individuale, ma era stato costantemente rassicurato che non vi fosse alcun rischio per la sua salute e che non erano stati superati i limiti di esposizione alle fibre di amianto. Solo pochi giorni fa in audizione in Commissione Vigilanza RAI, l’amministratore Delegato Roberto Sergio, intervenendo sulla questione relativa all’invio dello stato di servizio a Franco Di Mare, aveva rilevato che sul problema amianto aveva inviato una «documentazione che attesta che in Viale Mazzini non c’è alcun rischio in questo momento di contaminazioni».
«M. M. S. ha fatto parte di una generazione di dipendenti che ha dedicato la propria vita al servizio pubblico» - dichiara Bonanni, che sottolinea: «la sua morte, che solleva anche interrogativi sulla sicurezza sul lavoro e la responsabilità delle istituzioni, è una delle tante e dolorose testimonianze delle conseguenze devastanti dell'esposizione all'amianto sul luogo di lavoro» .
Questa mattina, intanto, la Procura della Repubblica ha disposto l’esame autoptico e la sospensione dei funerali dell'ex dipendente che di dovevano tenere alle 16.30 nella Chiesa di Santa Maria della Neve a Penna Incaverina (Terni). Il reato ipotizzato è lesioni personali colpose (a seguito di denuncia avvenuta in vita)e il fascicolo è stato affidato al Sostituto Procuratore Fabio Santoni.
Per poter accedere al servizio ONA di assistenza legale è sufficiente chiamare il numero verde 800 034 294, oppure scrivere attraverso il sito https://www.osservatorioamianto.it/