Ospedali riuniti Anzio e Nettuno, niente raccolta sangue
(AGR) “Avevamo cantato vittoriatroppo presto, quando il mese scorso avevamo appreso la notizia che il Centrotrasfusionale degli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno non sarebbe stato chiuso”. Lo dichiara Claudio Pelagallo, Responsabile LitoraleCoordinamento Sel Lazio.“Il direttore Maria Cristina Martorana infatti, aveva assicurato, che il servizio non sarebbe stato trasferito a Velletri - ricorda Pelagallo - in attesa della riorganizzazione regionale che entro dicembre 2014 deve rispondere alle direttive europee.Evidentemente i piani della Asl RmH erano altri. Ora, con una nota la Direzione generale della Asl ha annunciato che dal primo agosto le attività di laboratorio con la lavorazione delle sacche di sangue raccolte ad Anzioe la loro validazione verrà effettuata non più dal laboratorio di Anzio ma dal laboratorio dell’Ospedale di Velletri.Il Sangue raccolto ad Anzio verrà mandato a Velletri e ad Anzio tornerà indietro solo su richiesta degli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno, Anzio verrà dotato di una frigo emoteca”.
“Dalla sera alle 20.00 e fino alle 8.00 del mattino e dalle 20.00 di sabato fino alle 8.00 del lunedì la richiesta di sangue verrà soddisfatta tramite trasportoeffettuato con le due sole auto a disposizione dei Riuniti spiega Pelagallo - Inoltre l’attività ambulatoriale verrà ridotta dalle 8.00 alle 14.00 anziché dalle 8.00 alle 20.00 attuale”.
“E’ evidente il tentativo messo in atto dalla Direzione della ASL RMH in accordo con il Piano della Polverini di depotenziare il Centro trasfusionale di Anzio, togliendo funzioni e autonomia - conclude Pelagallo - Inoltre il provvedimento di chiusura del trasfusionale di Anzio con il conseguente accentramento a Velletri non comporterebbe alcunrisparmio in quanto per assicurare un servizio navetta per il trasporto urgente, andata e ritorno, da Anzio a Velletri , comporterebbe costi bene superiori di quelli sostenuti oggi dalla Asl RmH. Stiamo parlando di un grave inaccettabile atto di miopia politica che rischia di penalizzare uno dei centri con maggiore afflusso di utenti e anche uno dei più attivi del Lazio, e che assicura prestazioni sanitariagli utenti e i malati di ampio bacino del litorale che comprende i comuni di Anzio, Nettuno, Ardea , Aprilia con oltre 200 mila abitanti”.