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Regionali, il PD sceglie Alessio D'Amato: «Sul sistema sanitario si gioca la coesione di questo Paese. Difendiamo la centralità del modello pubblico di cura»

L’assessore alla sanità della giunta Zingaretti: «Da questo Governo scelte sbagliate, i nostri infermieri e medici sono tra i meno pagati in Europa». Ma per i Cinque Stelle il discorso è ormai archiviato: «Nessun accordo nel Lazio». In Lombardia tutto su Pierfrancesco Maiorino

printDi :: 17 dicembre 2022 20:24
Regionali, il PD sceglie Alessio D'Amato

Regionali, il PD sceglie Alessio D'Amato

(AGR) Mentre a destra è ancora mistero sul candidato alla presidenza del Lazio, a sinistra Alessio D'Amato è ormai uscito dai box e inizia la sua corsa. A legittimare la sua candidatura a piazza Santi Apostoli ci sono parlamentari PD che provano a ricompattare un elettorato (quello di sinistra) con parole d'ordine contro i disastri che starebbe preparando il governo Meloni. Ma ci sono anche Stefano Bonaccini, Ely Schlein, Paola De Micheli competitor per la segreteria del Pd. Tutti sullo stesso palco anche se con molti distinguo perché qualcosa sembra ricomporsi a sinistra o almeno questo è il messaggio che vuole lanciare il PD all'Italia. Se in Lombardia, dice proprio il segretario uscente Enrico Letta, sarà Pierfrancesco Maiorino (con tanti saluti alla Moratti) a contrastare il governatore centrodestra Attilio Fontana, nel Lazio è Alessio D'Amato il nome sul quale converge il Pd con le sue differenti anime. Dopo l’attacco frontale di Maiorino al modello della sanità lombarda, «esempio discriminatorio che ha calpestato la riforma Anselmi varata nel 1980 e che portò all’istituzione del sistema nazionale di sanità» è la volta di Alessio D’Amato, assessore uscente alla Sanità nella giunta Zingaretti, a evidenziare la contrarietà alle scelte del governo Meloni.

Regionali, il PD sceglie Alessio D'Amato

Regionali, il PD sceglie Alessio D'Amato

 
«Le risorse stanno diminuendo - esordisce Alessio D’Amato - il Covid doveva insegnarci qualcosa e invece questo Governo decide di penalizzare gli infermieri e i medici che sono tra i meno pagati in Europa. Sul sistema sanitario, lo dico anche ai nostri parlamentari, si gioca la coesione di questo Paese». Il tema è quello della salute, della centralità del sistema pubblico di cura e dell’articolo 32 della Costituzione (che riconosce un diritto importante la gratuità delle cure ndr). D’Amato lo sa, lo ha sperimentato in questi due anni di pandemia e alla fine i risultati gli hanno dato ragione: se in Lombardia il modello privato ha mostrato tutti i suoi limiti, nel Lazio i riconoscimenti arrivati da tutto il mondo testimoniano il contrario, cioè la bontà delle misure messe in campo. D’Amato allora spinge sull’acceleratore: «Il Covid e l’influenza australiana rischiano di mettere in crisi nuovamente gli ospedali avvertono le autorità europee, ma il governo non ha preso la direzione giusta. Il Lazio si ricorda ancora le scelte scellerate delle giunte di centro destra e i nove anni di commissariamento nella Sanità che hanno impedito il turn over del personale che andava in pensione. Una destra che ha cartolarizzato 38 ospedali pubblici con il paradosso che dovevamo pagare gli affitti. La posta in gioco è molto alta – prosegue D’Amato – e per questo andremo avanti per difendere il lavoro della giunta Zingaretti e per vincere qui nel Lazio e in Lombardia in difesa della sanità pubblica». Mentre il Pd si rimette in marcia, una secca bocciatura arriva però dai Cinque Stelle. É lo stesso Giuseppe Conte a tagliare corto: «Il campo largo? Non è mai esistito. Si possono fare degli accordi nei singoli territori ma non nel Lazio».

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