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Ordine Geologi del Lazio: allarme su sicurezza e nuovo Codice Appalti

La Presidente Ceraudo: "Chiediamo revisione, la Relazione Geologica è un elaborato fondamentale e imprescindibile, il  geologo resta figura indispensabile per approfondimenti di indagine propedeutici ad un corretto intervento sul territorio”

printDi :: 24 gennaio 2023 10:02
Presidente dell'Ordine Geologi Lazio, Simonetta Ceraudo

Presidente dell'Ordine Geologi Lazio, Simonetta Ceraudo

(AGR) Roma, 24 Gennaio 2023 - Sicurezza del territorio e pianificazione sono gli strumenti fondamentali per la prevenzione delle criticità. Ne è convinto l’Ordine dei Geologi del Lazio che lancia l’allarme e richiama l’attenzione sulla riforma del Codice degli Appalti che ha subìto una profonda revisione.

“Il nostro territorio è soggetto ad una evoluzione geologica e morfologica dinamica e rapida ed è quindi importante che le compatibilità geologiche in generale debbano essere previste esplicitamente nel nuovo Codice Appalti. Da una prima lettura del documento prodotto dal Consiglio di Stato, la semplificazione più evidente che è stata introdotta riguarda la riduzione dei livelli di progettazione – commenta Simonetta Ceraudo, Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio - Su questo tema dobbiamo a gran voce sottolineare la necessità e l’impellenza di integrare il nuovo Art. 41 della PARTE IV DELLA PROGETTAZIONE – Livelli e contenuti della progettazione – non solo con la lettera, già contenuta nell’art. 23 del D. Lgs. 50/2016, «i) la compatibilità geologica, geomorfologica, idrogeologica, sismica dell’opera», ora eliminata, e con l’esplicito richiamo alla Relazione Geologica, quale elaborato minimo da predisporre, questo nell’ottica di consolidare la qualità progettuale e la conseguente sicurezza dell’opera da realizzare. Oggi ci troviamo al paradosso in cui mentre tutto il paese, politica compresa, chiede di attuare azioni che possano contribuire alla messa in sicurezza dei nostri territori, vedi il Decreto Ischia, di contro vengono prodotte norme attraverso le quali si rischia di andare in deroga a quegli interventi che garantiscono i necessari approfondimenti di indagine propedeutici ad un corretto intervento sul territorio”.

 
L’Ordine dei Geologi del Lazio ha comunicato le proprie preoccupazioni e perplessità ai Presidenti delle Commissioni Ambiente della Camera dei Deputati e del Senato, chiedendo con forza che il Codice Appalti sia integrato anche in base alle osservazioni sollevate dall’OGL per garantire nei decenni futuri lavori ed interventi sul territorio compatibili con l’ambiente piuttosto fragile dal punto di vista geologico del nostro Paese, della nostra Regione:

-      la Relazione Geologica deve essere richiesta e resa obbligatoria in tutti i livelli di progettazione, assicurando in tal modo, già nella prima fase di progettazione, tutti gli approfondimenti tecnici di carattere geologico, geomorfologico e idrogeologico sulla base di specifiche indagini atte allo studio delle evidenze geologiche e geomorfologiche presenti nel sito di intervento, della struttura e dei caratteri fisici del sottosuolo al fine di definire nel dettaglio il modello geologico tecnico;

-      nel Codice sia espressamente ribadito che la Relazione Geologica non possa essere oggetto di subappalto e che il geologo intrattenga un rapporto diretto con il Committente e assuma verso quest’ultimo conseguenti responsabilità dirette.

Alla luce delle richieste dell’Ordine dei Geologi del Lazio, è opportuno ricordare che il rapporto dell'ISPRA “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio - Edizione 2021” evidenzia come il 93,9% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera, che si traduce in circa 1,3 milioni di abitanti che vivono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le famiglie a rischio sono quasi 548.000 per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565.000 (3,9%), quelli ubicati in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni (10,7%).

Il report di ISPRA è preoccupante soprattutto nell’ottica di un futuro caratterizzato da eventi meteo sempre più intensi che gravano pesantemente sull’incidenza dei fenomeni erosivi e alluvionali del nostro territorio.

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