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Il bullismo e l'innovazione scolastica, la figura del Tutor

Dagli anni 80 ad oggi, i disturbi comportamentali, sociali, psicologici, psichiatrici, dell'alimentazione e via via continuando, legati dei nostri giovani sono in aumento. La vita dei nostri ragazzi è caratterizzata da un clima di incertezza , paura e sfiducia nel futuro.

printDi :: 15 novembre 2023 16:42
Il bullismo e l'innovazione scolastica, la figura del Tutor

(AGR) Di Ruggero Cametti

Non passa giorno senza leggere di comportamenti giovanili connessi al bullismo e/o al cyberbullismo. La scuola è in genere il luogo dove hanno origine questi fatti.Sono in pensione da molti anni , eppure in qualità di docente nelle scuole superiori ,fui testimone una volta , alla fine degli anni 80, di una scena terrificante. Un ragazzo alto e grosso, frequentante il primo superiore, aveva preso di mira , nel corso della ricreazione , un compagno della classe, basso e magrolino, lo aveva raggiunto in bagno,lo aveva preso con forza per il collo e ne aveva infilato la testa nel wc del bagno degli alunni .Il tutto davanti agli occhi sbalorditi e divertiti di altri alunni. Il preside scoprì, dopo una breve indagine, che da tempo il ragazzo magrolino era oggetto di vessazioni fisiche e verbali da parte del ragazzone.

 
Furono convocati gli operatori del Servizio Materno Infantile da cui il ragazzo obeso era già seguito, e nel corso dell'incontro la psicologa e l'assistente sociale misero al corrente i docenti del consiglio di classe di vicende dolorose che avevano ferito la giovane vita del bullo. Il ragazzo era senza padre e la madre non se ne curava , infatti anche alla convocazione del preside non si presentò. Il ragazzo fu sospeso per 15 giorni per consentirgli di riflettere su quanto aveva fatto con l'aiuto della psicologa che si era resa disponibile e prenderlo in terapia. Non andò dalla psicologa e non tornò più a scuola, ormai poteva fare altro della sua vita avendo concluso,come età, l'obbligo scolastico. La famiglia dell'altro ragazzo , chiese il trasferimento del figlio in un altro istituto, lo fece seguire da uno psicologo privato. Andando via accusò la scuola di incuria,negligenza, incompetenza.

Insomma un fallimento scolastico educativo stratosferico. I ragazzi non erano delle classi in cui insegnavo. Nondimeno la vicenda mi colpì. Balzava agli occhi la solitudine in cui i ragazzi passavano il tempo scolastico e la modalità che avevano trovato, in mancanza d'altro, di interagire tra di loro, prescindendo completamente dagli adulti,considerati inaffidabili, ostili, inutili. I docenti non conoscevano quei ragazzi e non conoscevano la rete delle relazioni e comunicazioni nel gruppo classe.

Il Preside organizzò , a livello di collegio dei docenti, un momento di informazione /formazione sul bullismo, la possibilità di prevenirlo e gestirlo , condotto da una psicologa proveniente dall'Università di Roma. La psicologa spiegò che il bullo cerca di attirare attenzione su di sé e, per farsi ammirare dai compagni, ricorre alla violenza. Anche lui, fragile e sofferente, mette in atto azioni eclatanti per sentirsi vivo. A volte è il bullizzato a provocare il bullo e ad accettare di essere preso di mira pur di non essere invisibile agli occhi degli altri, perché meglio maltrattato che ignorato. Poi ci sono gli altri, la maggioranza silenziosa che guarda, assorbe quanto vede e si guarda bene dal riferire al docente.

Il consiglio della psicologa , con in mano un testo della prof.ssa Oliverio Ferraris (docente di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma ) ai docenti fu di osservare i propri alunni , di capire come interagiscono, di individuare il leader o i leaders, i gregari, gli esclusi dal gruppo classe. “La classe -disse- dovrebbe essere un luogo vivo,non “un non luogo” per usare il termine di Marc Augè. Un docente, a parere della psicologa,doveva avere la capacità di infondere speranza, contenere la sofferenza, generare amore e aiutare i propri alunni a pensare.

Al quei tempi, la maggioranza degli insegnanti entrava in classe per fare lezione, temeva il gruppo classe,aveva il terrore di non saper gestire la disciplina , non praticava l'osservazione e certamente non empatizzava . Un aiuto poteva venire dagli insegnanti di sostegno, contitolari della classe, i quali in possesso di competenze diverse dagli insegnanti, potevano osservare da un altra prospettiva la dinamica della classe. Ma era pura utopia. Gli insegnanti di sostegno, che ho avuto modo di conoscere , (non tutti) non erano felici del proprio ruolo, erano soliti prendere l'alunno in difficoltà e condurlo fuori della classe nelle famigerate aule di sostegno. Aule che oggi sono state sostituite , vivaddio, da laboratori.

Non avevamo un operatore psicopedagogico (presente in altre scuole )semplicemente perchè all'interno del corpo docente non c'era nessuno in possesso delle competenze richieste né un centro d'ascolto rivolto agli alunni e ai genitori perchè soluzioni entrambe invise ad una classe docente frustrata, poco preparata , incapace di affiancarsi a operatori specializzati e paurosa di essere giudicata.

Dagli anni 80 ad oggi , i disturbi comportamentali ,sociali, psicologici,psichiatrici,dell'alimentazione e via via continuando, legati dei nostri giovani sono in aumento. La vita dei nostri ragazzi è caratterizzata da un clima di incertezza , paura e sfiducia nel futuro.

Oggi, nell' ambito dell'autonomia scolastica, è possibile avere a disposizione uno psicologo scolastico o attivare un centro di ascolto. Il problema rimane sempre le convinzioni degli insegnanti rispetto alle innovazioni scolastiche.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è la risposta dell’Italia agli ostacoli che hanno bloccato la crescita del sistema economico, sociale ed ambientale del nostro Paese negli ultimi decenni. Interessa nella sua complessità anche e soprattutto la scuola in vari ambiti d'intervento.

Uno di questi prevede, per l'anno scolastico 2023/24, l'istituzione della figura del docente tutor e del docente orientatore . Hanno aderito oltre 52.000 insegnanti (tutor) e circa 4000 ( orientatori) e per il Ministro Valditara ciò costituisce un importante risultato per una scuola protagonista del cambiamento. Noi ci contiamo e speriamo. Ci saranno finanziamenti ad hoc, i docenti individuati dal Dirigente scolastico, devono possedere requisiti e avvalersi di una formazione specifica. I soliti docenti penseranno che ancora una volta “i soliti raccomandati, saranno cooptati, senza averne capacità, in ruoli nuovi e inutili”. Lasciamoli dire , fanno parte di quella zavorra che la scuola del cambiamento deve lasciarsi alle spalle. L'obiettivo, se non è chiaro , è di “ridurre in misura significativa le carenze sistemiche che caratterizzano tutti i gradi di istruzione”della scuola italiana. E non è facile.

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

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