“Historia magistra vitae”
Alle regionali sarde il Centrodestra avrebbe stravinto con il 6 per cento di vantaggio sulla coalizione di sinistra, che ha eletto il governatore grazie al voto disgiunto. Da qui, sono nati i sospetti : sono stati la Lega e Forza Italia che non hanno accettato il candidato imposto dalla Meloni?
(AGR) di Ruggero Cametti
Quando il 18 aprile 1948 la Democrazia Cristiana consegui’ la maggioranza assoluta, De Gasperi commento’ “ credevo che piovesse ma non che grandinasse”. Subito un giovane deputato DC, l’onorevole Giuseppe Dossetti che capeggiava la corrente della sinistra composta da giovani rampanti si rivolse al leader dicendo “con la maggioranza assoluta possiamo attuare integralmente il nostro programma”, che significava possiamo fare come ci pare. De Gasperi , con pazienza ed equilibrio, spiego’ al giovane deputato che sarebbe stato piu’ opportuno gratificare i partiti alleati PLI , PRI, PSD che non contavano molto sul piano numerico ma costituivano una cerchia di partiti intorno al partito maggiore anche in vista di situazioni future in cui la maggioranza assoluta fosse venuta a mancare. Nacquero cosi’ i governi del centro democratico.
Questo breve excursus nel segno che “Historia magistra vitae”. Purtroppo oggidi’, Historia non e’ magistra di niente.
In Sardegna si e’ rinnovato il consiglio regionale ed eletto il nuovo governatore: la Todde, candidata della sinistra dove sono tutti contenti. Conte ritiene che e’ merito dei 5S, la Schlein ride , lei ride sempre, dice che e’ merito del campo largo e dimostra che , come al solito, anche questa volta e nello specifico, non ha capito niente e nessuno gli puo’ spiegare quello che e’ successo perche’ non l’ hanno vista arrivare.
Facciamo i seri e guardiamo i fatti.
Il Centrodestra ha stravinto con circa il 6 per cento di vantaggio sulla coalizione di sinistra, che pero’ ha eletto il governatore per effetto del voto disgiunto. In casa nostra sono nati i sospetti : sono stati la Lega e Forza Italia che non hanno accettato il candidato imposto dalla Meloni? Chiunque ha un minimo di esperienza politica sa benissimo quanto sia difficile organizzare un voto disgiunto di queste proporzioni e, se i sospetti fossero veri, significherebbe che i due partiti alleati insieme avrebbero organizzato , preso per mano e guidato come un gregge la meta’ del loro elettorato. Un voto disgiunto di queste proporzioni invece non puo’ che essere un fatto naturale, un fenomeno che la situazione generale fa maturare spontaneamente, una insoddisfazione della base che provoca una reazione di “amore e odio” e quindi ad una scelta del tipo, “Cara Meloni non posso accettare un governo di sinistra e voto fedelmente il mio centrodestra. Non mi piace il candidato che hai scelto e come l’hai imposto e voto dall’altra parte….tanto …e’ un segnale che ti mando. “ Il tutto senza sapere che questo segnale finisce per far vincere gli altri .
Ormai quello che e’ stato fatto e’ acqua passata ma non bisogna dimenticarlo e tenerlo presente nei prossimi appuntamenti. Fratelli d’Italia non e’ piu’ un partito del 3,5 per cento, e’ un grande partito contenitore che ha accolto al suo interno anime di tutta un’anima politica che fu della DC,del PSI, PlI, PRI.
E’ diventato il partito di maggioranza relativa e deve imparare il metodo della collegialita’ della discussione.
NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)
foto archvio AGR schede elettorali