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Che Giustizia è…..? Il caso Tortora

La parola fine al processo contro il presentatore, colpevole nel primo giudizio, fu pronunciata in Appello quando Enzo Tortora disse al collegio giudicante “Io sono innocente, spero che lo siate anche voi!” La sentenza di appello fu di assoluzione con formula piena e fu confermata in Cassazione

printDi :: 14 aprile 2023 18:27
Che Giustizia è…..? Il caso Tortora

(AGR) Di Ruggero Cametti

A meta' degli anni 80 una sera ero seduto nell'aula consiliare quando il mio vicino (l'amico collega Tommaso)mi chiese “che ne pensi della faccenda Tortora?”.Avevano il giorno prima condannato il presentatore a dieci anni di reclusione. Io risposi che tutta la vicenda non mi convinceva affatto. Tuttavia, se lo avevano preso, qualcosa c'era... era la mia inguaribile mentalita' di benpensante a parlare cosi' in quel momento.

 
La vicenda ebbe il suo seguito e il suo epilogo durante quattro lunghi anni in cui fu messo a nudo da una capace difesa tutto il castello costruito su improbabili pentiti e sulla pervicacia degli inquirenti nel tenere il punto su indagini fatte male e non volendo riconoscere omissioni e colpevoli reticenze.

La parola fine fu pronunciata in appello quando Enzo Tortora disse lapidariamente al collegio giudicante “io sono innocente, spero che lo siate anche voi!” La sentenza di appello fu di assoluzione con formula piena- scosse tutti , me per primo- fu confermata in Cassazione poco tempo dopo.

Alla ripresa della sua trasmissione di Portobello il presentatore pronuncio' il suo “heri dicebamus” che calo' come una mannaia sulle sicurezze degli Italiani e sulla fiducia antropologica della sacralita' dell'operato di una magistratura rivelatasi autoreferenziale e pericolosa. Due anni dopo Tortora mori' colpito da un tumore che ne aveva roso la struttura interiore.

Tempo dopo le eredi (moglie e figlia) intentarono una causa civile di risarcimento danni contro uno dei pentiti che aveva indirizzato false accuse in istruttoria ma il pubblico ministero dell'epoca affermo' che Gianni Melluso (il pentito), essendo imputato , poteva mentire impunemente e quindi vi fu un non luogo a procedere. I giudici del primo processo Tortora in seguito fecero carriera , raggiungendo alti gradi di responsabilita'.

La sensazione di insicurezza generata allora non scalfi' le pulsioni giustizialiste ,che periodicamente si affacciano nell'opinione pubblica, quando il circo mediatico e giudiziario si accanisce con un corto circuito contro ogni garantismo e ragionevolezza.

NdR: Ruggero Cametti è un politico di lungo corso, nato nella Democrazia Cristiana ha avuto incarichi importanti nella DC Capitolina e sul litorale è stato più volte consigliere municipale. Ritiratosi dalla politica attiva da alcuni anni cura la campagna elettorale di giovani politici della capitale e ha continuato ad occuparsi di politica affiancando con preziosi consigli gli esponenti politici locali. Profondo conoscitore delle problematiche del X Municipio dove ha lavorato e si è impegnato per anni è un punto di riferimento per il centrodestra anche se resta un importante e competente conoscitore della politica, sopratutto locale. Collabora con AGR esponendo il suo punto di vista sui tanti temi della politica. Buona lettura (e.b.)

foto archivio AGR pixabay

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