See&Treat, ordine e sindacati contrari

L’ambulatorio “See&Treat” (“Vedi&Tratta”) attivato presso il Presidio Sanitario Integrato Santa Caterina della Rosa nel Distretto Sanitario 6 dell’ASL-RMC, dedicato alle cosiddette urgenze minori e gestito soltanto da professionalità infermieristiche, continua a essere al centro dell’attenzione dell’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma. Dopo le forti perplessità e preoccupazioni espresse nei giorni scorsi, il presidente dell’Ordine, Roberto Lala, ha ritenuto opportuno invitare tutte organizzazioni sindacali dei medici per ascoltare le loro osservazioni in merito e concordare eventuali iniziative da intraprendere. All’incontro tenutosi presso la sede dell’Ordine capitolino hanno preso parte praticamente tutte le sigle rappresentative dei camici bianchi del territorio: Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Cimo, Cimop, C.I.Pe, Cisl Medici, Co.Si.P.S. Fassid, Fesmed, Fimmg, Fimp, Smi Lazio, Smi Fvm Lazio, Snami, Spes, Sumai, Uil Medici, Ugl Medici. Una partecipazione a tutto campo, a testimonianza della condivisione con la posizione di allerta assunta dall’organo istituzionale della categoria circa l’iniziativa dell’ASL Rm C, definita inappropriata, unilaterale e priva di consistenza operativa.
La mancanza di garanzie per la tutela della salute del paziente all’interno di un percorso di diagnosi-terapia-dimissione interamente delineato solo con competenze infermieristiche è stato il rilievo comune a tutti gli interventi. Ma è stato anche evidenziato il rischio per un medico di commettere il reato di falso ideologico in atto pubblico, laddove egli si prestasse a validare e certificare ex post e a distanza le decisioni prese dall’infermiere: cioè senza aver prima e personalmente visitato il paziente. Nonché il rischio per lo stesso infermiere di incorrere nel reato di abuso di professione, con conseguenti ricadute su di lui di responsabilità in campo penale e civile.
Unanime, pertanto, l’indicazione all’Ordine di chiedere alla Regione Lazio un confronto urgente per esaminare congiuntamente e compiutamente tutte queste criticità, come pure i reali costi e benefici per il Servizio Sanitario Regionale.
Inoltre, sulla base di quanto emerso, è stata avanzata la possibilità di presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica, a tutela preventiva della salute dei cittadini e del medico cui dovessero essere addossate responsabilità per atti e prescrizioni non da lui valutati e decisi a priori. Infine, prospettata anche l’eventualità un ricorso alla Corte dei Conti per verificare l’effettivo “costo zero” dell’iniziativa attuata dalla Direzione Generale della ASL RmC. L’Ordine si è riservato di compiere tali passi alla luce dell’esito che avrà il confronto che si appresta a chiedere con i vertici della Regione.