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Roma, in manette domestica romena, narcotizzava anziana padrona di casa per effettuare prelievi con la sua carta di credito

La domestica le aveva offerto un succo di mirtillo. Un atto di gentilezza dietro cui era celato un piano ben escogitato, nel succo c'era del benzodiazesipine che ha fatto cadere la donna in stato di incoscienza di cui la domestica ha approfittato per effettuare una serie di prelievi. Arrestata

printDi :: 20 novembre 2024 18:48
Polizia

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(AGR) Aveva carpito la fiducia della sua vittima facendosi assumere come addetta alle pulizie ma, mentre fingeva con gentilezza di offrirle un succo di mirtillo, in realtà la narcotizzava con benzodiazepine per sottrarle di nascosto il portafogli ed effettuare dei prelievi con la sua carta di credito. La donna – una trentasettenne di origini rumene – è ora in carcere perché gravemente indiziata dei reati di rapina aggravata in abitazione ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

Sono stati gli agenti della Polizia di Stato del VII Distretto San Giovanni a ricostruirne i movimenti grazie alla combinazione delle immagini di videosorveglianza acquisite dal condominio e dagli istituti di credito dove venivano effettuati i prelievi.

 
L’indagine della polizia è partita ad ottobre, quando l’anziana si è presentata presso gli uffici del VII Distretto San Giovanni raccontando ai poliziotti ciò che le era accaduto il giorno prima. Tutto aveva avuto inizio la mattina precedente, quando la domestica le aveva offerto un succo di mirtillo. Un atto di gentilezza dietro cui era celato un piano escogitato alle sue spalle per spogliarla dei suoi averi. Quella stessa sera, l’anziana era stata poi ritrovata da alcuni familiari nella sua abitazione, riversa a terra vicino al letto ed in stato di incoscienza. Una volta trasportata al pronto soccorso in codice rosso, i medici le avevano riscontrato un sovradosaggio di benzodiazesipine; solo quando aveva ripreso coscienza l’anziana si era resa conto dei numerosi prelievi che, nel corso della giornata, erano stati effettuati con le sue carte di credito a sua insaputa. Una volta tornata a casa, poi, aveva constatato che la boccetta di un farmaco che aveva assunto anni prima – e che non aveva toccato per tre anni – fosse vuota. Di lì le è nato il sospetto che la donna l’avesse narcotizzata: insieme ai familiari, è così corsa a denunciare l’accaduto alla polizia.

Le indagini condotte dai poliziotti del VII Distretto San Giovanni hanno consentito di ricostruire in poco tempo i movimenti della domestica: dai primi accertamenti esperiti nei suoi confronti, peraltro, è emerso che la stessa fosse già ricercata per un episodio analogo commesso a Napoli nel 2016.

Chiesta e ottenuta nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere – disposta con ordinanza del Giudice per le indagini preliminari –i poliziotti sono riusciti ad intercettarla qualche giorno fa alla stazione Termini, dove aveva fatto rientro proprio dalla città partenopea.

La trentasettenne è ora in carcere, gravemente indiziata dei reati di rapina aggravata in abitazione ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento, fermo restando che la stessa – in considerazione dell’attuale fase del procedimento – è da ritenere presunta innocente fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi  presunto  innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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