Mari e Oceani a rischio spopolamento

Peschereccio
Le norme da rispettare sono le seguenti: divieto di pesca senza autorizzazione, divieto di pesca di specie protette, divieto di utilizzo di attrezzature fuori legge(l’uso delle spadare) ed infine obbligo di attenersi alle quote di cattura. Il numero di infrazioni accertate nel 2009 è impressionante: 20.000 casi di reato registrati, con ben 7 milioni di euro di sanzioni inflitte. Con la licenza a punti molte cose dovrebbero cambiare, dato che ogni reato comporterà l’abbassamento del punteggio del pescatore.
Per le frodi, ben 330mila kg di prodotti ittici sono stati sequestrati nel 2009 dalla Guardia Costiera che ha poi inflitto multe per 55 milioni di euro, mentre per quanto riguarda le specie a rischio estinzione, sono 4mila al momento, fra pesci e vegetazione.
Questi dati sono emersi dalla relazione presentata da International Union for Conservation of Nature, e dalla pesca in tutto il mondo si ottiene cibo per oltre 100 milioni di persone, mentre gli occupati del settore sono ben 40 milioni.
Le nuove norme antifrode riguardano le 14mila imbarcazioni italiane e le spadare, le lunghe reti usate in Sicilia e Calabria per catturare pesce spada e delfini. Certamente con la licenza a punti le irregolarità verranno fermate.
Emergenza oceani. L’allarme per le specie marine a rischio è scaturito recentemente dalla Conferenza Onu svoltasi a Copenaghen dove i vari capi di Stato hanno rivolto un appello per combattere l’acidificazione dei mari. Questo dato indica che molte specie ittiche restano prive di alimenti, con danni incalcolabili per ostriche, molluschi ed altre varietà(come le aringhe nell’Oceano Atlantico).
Dopo la “maratona di Bruxelles” è stato decisa la riduzione del 25% sulle catture, dato che lo sfruttamento dei mari comunitari è stato giudicato oltre i limiti consentiti. L’80% delle specie è pescato al di sopra di tali parametri e purtroppo senza drastici provvedimenti molte varietà sono in via di estinzione, il che significa che proseguendo di questo passo i merluzzi atlantici scompariranno nei mari nordici ed il prezzo di baccalà ed acciughe rischia di salire. I comitati scientifici europei avevano consigliato di fermare la pesca dei merluzzi, ma la proposta è rimasta inascoltata, e nel frattempo nel Mare del Nord e nel Canale della Manica la situazione è peggiorata. Il calo negli ultimi 5 anni è sempre aumentato ed nell’ UE la Spagna resta la nazione leader per il comparto ittico, con oltre 1 milione di tonnellate come media annuale nel pescato. Le unità della flotta europea sono 88mila, e l’Italia nella graduatoria è quinta con 484mila tonnellate all’anno. Dalle statistiche l’Europa figura come la terza potenza mondiale per la pesca, con una produzione di 7 milioni di tonnellate fra pescato ed acquacoltura, attività questa in costante aumento.
Per salvare i mari è necessaria una netta sforbiciata sulle catture, grazie alle molteplici proposte dell’UE, ma è necessario avere volontà e coraggio nell’applicarle con solerzia e non attendere domani.
Gianni de’ Silva>