Confcommercio: abbassare le imposte locali per rilanciare il commercio

Infine, per quanto riguarda la TARI, che venga abbandonato il “metodo normalizzato” in quanto fortemente sconveniente per le imprese che si trovano a corrispondere aliquote maggiori e senza alcun rapporto effettivo con la reale produzione di rifiuto; che sia prevista una tariffa puntuale secondo il principio europeo del “chi inquina paga” e che sia incentivato il vuoto o vetro a rendere e sostenuta la raccolta differenziata con forti riduzioni tariffarie per le aziende virtuose.
“Negli ultimi anni la pressione fiscale che grava sui settori del commercio, del turismo e dei servizi è più che raddoppiata, rendendo impossibile per le imprese sostenere i timidi segnali di ripresa della nostra economia” dichiara Cerra.
“La legge di stabilità, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio – ha aggiunto Cerra - non prevede né misure in grado di ridurre tale eccessivo onere tributario né quelle disposizioni che erano state più volte ventilate circa la semplificazione della fiscalità immobiliare”.
“Per invertire la tendenza e dare nuovi impulsi alla crescita del territorio, occorre investire in politiche di sostegno al sistema produttivo, partendo proprio dalla riduzione delle spese fiscali delle aziende ed è quello che abbiamo chiesto alle amministrazioni locali – conclude Cerra - nella convinzione che le nostre imprese non sono solo un patrimonio economico che va tutelato e salvaguardato, ma rappresentano anche una componente fondamentale del capitale culturale e sociale dei nostri borghi e delle nostre città”.