''Sarta chi… zompa'' al Dafne

La commedia, nata dalla penna di Pierfrancesco Galeri, è ambientata in una Roma sonnolenta e satolla della fine degli anni sessanta e coinvolge persone del popolo che vivono tutte sotto uno stesso tetto, quello condominiale.
Come in ogni palazzo che si rispetti, quando ancora il citofono era una cosa da ricchi, esiste un portiere, anzi, il portiere e la sua famiglia: lui, “Arvaruccio”, è un uomo ancora giovane e senza tanti grilli per la testa, preoccupato solo di fare l’uomo di casa, ingenuo fino al punto di non vedere cosa sta succedendo sotto i suoi occhi; la moglie “Ninetta”, è il classico prototipo della portiera un po’ massaia e un po’ impicciona.
Sa tutto di tutti, è esplosiva e, come tutte le donne romane, gelosa del proprio territorio e della famiglia; la figlia “’Dargisa”, giovane e ancora sognatrice ma giàsmaliziata, per prepararsi agli anni che verranno.
Del condominio fanno anche parte: “La sora IRISE”, una sartina che abita nel palazzo. È madre ma non è sposata, perchè colui che l’ha resa in stato interessante è tornato in America dopo la Grande Guerra; si dà da fare con il suo lavoro e sarà protagonista di un vero e proprio dramma dei sentimenti.
“Richetto”, il figlio della sarta, ragazzotto senza né arte né parte, che vive rubacchiando un po’ qua e un po’ là; innamorato di "Dargisa", è osteggiato dalla madre di lei e protetto da Arvaruccio. Infine c’è “Cesaretto”, un uomo dedito alla bottiglia che inciampa nella vita e la vita non fa altro che ronzargli attorno, così tanto e tanto forte che alla fine è quello che risulta il personaggio più saggio e accorto, a dispetto dell’alcool che gli scorre nelle vene.
L’elemento di rottura, nella storia, è un sedicente personaggio che non è chi dovrebbe essere e fa di tutto per spacciarsi tale. Sarà veramente il soldato americano ritornato per conoscere il figlio? O è solo un ladro in cerca di espedienti per mangiare?
La commedia degli equivoci inizia qui e si infervora laddove altri drammi d’amore si intrecciano sulla strada dei personaggi; tradimenti veri o presunti tali rischiano di minare definitivamente la tranquillità di un tran tran tutto sommato ben accetto. Cesaretto cerca di risolvere tutto, ma l’intervento delle sue idee sfocia in attimi drammatici che fanno temere il peggio.
Finirà a tarallucci e vino, come in tutte le storie perbene che si rispettino? Ci saranno altri colpi di scena? Oppure l’autore vorrà tenere aperto uno spiraglio che darà al pubblico la materia adatta per ragionarci su e continuare da solo la storia di questo incasinato condominio?>