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Grandi applausi e consensi per la bella addormentata nel bosco

print25 maggio 2014 21:43
Grandi applausi e consensi per la bella addormentata nel bosco
(AGR) La prima del “balletto dei balletti” al Teatro Costanzi dell’Opera di Roma, ha meritato gli applausi a scena aperta che il pubblico ha riservato a tutti i componenti della meravigliosa macchina che ha messo in scena uno dei balletti più magici della storia della danza, “La Bella Addormentata nel bosco”. Con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera venerdì sera hanno danzato artisti di fama internazionali. Nel ruolo della Principessa Aurora Adyaris Almeida, che in seguito sarà di Elena Evseeva, Gaia Straccamore, Jurgita Dronina, Alessia Gay. In quello del Principe Florimondo Alessandro Macario, poi Vladimir Shishov, Giuseppe Schiavone e Claudio Cocino. Manuel Paruccini interpreta magistralmente la perfida Fata Carabosse, più avanti sostituito da Alessia Barberini e Anjella Kouznetsova, mentre Alessia Gay, Sara Loro, Giovanna Pisani e Erika Gaudenzi si alternano nel ruolo della Principessa Florina. Claudio Cocino, Alessio Rezza e Giacomo Luci vestono i panni dell’Uccello Blu. L’orchestra de “La bella addormentata nel bosco” di Peter Illich Tchaikovsky, con la coreografia di Paul Chalmer che, in questo lavoro, conserva intatto il gusto per lo stile classico, dalla bellezza intramontabile, di Marius Petipa, è diretta dalla bacchetta del Maestro David Garforth, ma quello che cattura l’occhio della platea, sono i sontuosi, eleganti, meravigliosi, fiabeschi costumi di Aldo Buti, che ha curato anche le scene. Secondo tra i tre maggiori balletti di Tchaikovsky, e composta seguendo strettamente le indicazioni librettistiche di Ivan Aleksandrovi Vsevolo skij, direttore dei Teatri Imperiali e soprattutto quelle meticolose del coreografo Marius Petipa, “La Bella addormentata nel bosco” da sempre è uno spettacolo assai apprezzato dal pubblico. Alla prova generale era presente l’imperatore che se ne uscì con un laconico «Molto grazioso!». Il musicista ne fu offeso: «Sua Maestà mi ha trattato molto sbrigativamente. Dio sia con lui.». Tuttavia, la prima fu un trionfo a cui collaborarono ballerini italiani, di stanza a San Pietroburgo, come Carlotta Brianza ed Emilio Cecchetti. Musicalmente e drammaturgicamente il balletto è prossimo a “Il Lago dei Cigni”, ma con dettagli più elaborati. Per quanto considerata ‘l’apoteosi’ del balletto classico, la partitura anticipa la morbosa sensualità delle ultime sinfonie. Tra i molti aspetti della sua figura poliedrica, di compositore quanto mai istintivo e appassionato e al tempo stesso estremamente attento alla cesellatura formale, spicca la sua straordinaria sensibilità timbrica. Tchaikovsky seppe indagare le possibilità espressive degli strumenti tradizionali, in particolare i fiati, ricavandone suoni e impasti originali, raffinatissimi e inconfondibili. L’importanza che egli attribuì ai colori dell’orchestra fu tale da relegare la produzione pianistica in secondo piano, nonostante la straordinaria fama guadagnata dal suo primo concerto per pianoforte e orchestra. Alla corte di re Florestano XXIV si festeggia la nascita della principessa Aurora. La serenità della festa è turbata dall’apparizione della malvagia fata Carabosse che, irritatissima per non essere stata invitata alla cerimonia, pronuncia una terribile maledizione: Aurora a sedici anni morirà dopo essersi punta un dito con un fuso. La fata dei Lillà, simbolo del Bene, modifica il maleficio: Aurora non morirà, dormirà profondamente e la sveglierà un bacio d’amore. In occasione dei festeggiamenti del sedicesimo compleanno di Aurora la maledizione si avvera. La perfida Carabosse, in abito da vecchio, offre ad Aurora dei fiori che celano il malefico fuso. Aurora cade addormentata, e con lei tutta la corte. Dopo cento anni, grazie al principe Florimondo, il maleficio verrà spezzato e tutti torneranno alla vita. Nel finale, si festeggiano le nozze di Aurora e Florimondo. A più di cent’anni dalla prima rappresentazione del 1890 questo balletto ispirato alla celebre favola di Perrault non smette di affascinare adulti e bambini. Un prologo e tre atti fatti di tensioni e antitesi tra Male e Bene, terreno e surreale, odio e amore, in cui si affacciano anche un simpatico Gattone con gli stivali che duetta con la graziosa Gatta Bianca e un eccezionale uccellino azzurro che entusiasma il pubblico sino a fargli gridare “Bravo! Bravo!”. “Nella tensione degli estremi, tra riti e pratiche magiche – spiega il coreografo Paul Chalmer – si profila la possibilità di dimostrare il vero valore dell’unica forza onnipotente e riparatrice,l’Amore”. E dorme Aurora, di un sonno profondo e centenario finché l’uccellino del bosco non guida il principe Florimondo attraverso i rovi e le sterpaglie che circondano e proteggono il castello incantato, dove tutti, re, regina, principessa, servi, ancelle, cuochi e valletti dormono della grossa, finché la bocca del principe non si posa delicatamente su quella della principessa, riportando alla Vita la Corte e tutti i suoi componenti, in un tripudio finale e gioioso di danze e festeggiamenti, per l’ennesimo trionfo del Bene sul Male. (Foto: Francesco Squeglia@) Manuela Minelli

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