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Firenze, una Via Crucis in ricordo di tutti i volontari delle Misericordie d'Italia morti per Covid-19

Il prossimo 17 febbraio, primo giorno di Quaresima, il Vescovo Franco Agostinelli inaugurerà e benedirà, nella cappella della Misericordia di Antella una Via Crucis dedicata alla memoria dei volontari delle Misericordie d’Italia morti a causa del covid 19.

printDi :: 02 febbraio 2021 18:44
capella Misericordia Antella dove verrà posizionata via crucis

capella Misericordia Antella dove verrà posizionata via crucis

(AGR) Non è una Via Crucis realizzata da un noto artista, non ha un valore artistico, ma non per questo non fa notizia, né minore è il valore morale delle 14 stazioni della Via Crucis che il prossimo 17 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, e primo giorno di Quaresima, il Vescovo Franco Agostinelli,  Correttore Nazionale, inaugurerà e benedirà, nella cappella della Misericordia di Antella (Comune di Bagno a Ripoli Firenze), che viene apposta e dedicata alla memoria di tutti i volontari delle Misericordie d’Italia morti a causa del covid 19.

Tutto nasce grazie al dono di tre fratelli fiorentini (Franco, Andrea, Piero) che il 29 aprile 2020 hanno perso la propria sorella, Elena Mariani, volontaria sulle ambulanze, ma che lavorava in un noto supermercato del comune metropolitano di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze. Uno di loro, oggi impegnato nella Misericordia dell’Antella, in quel comune, vedendo che la cappella è sprovvista delle stazioni della Via Crucis ha deciso, con gli altri fratelli, di donare le 14 stazioni mancanti, e di farlo non solo nella memoria della sorella Elena, ma anche di tutti i confratelli e consorelle, e sono tanti, delle Misericordie di tutta Italia che sono morti a causa del covid 19.

 
All’inizio della Quaresima in questa piccola cappella posta in un paese, la cui Misericordia è attiva da 170 anni, al centro dell’Italia, nel giorno in cui la Chiesa ci ricorda la caducità della vita terrena, il Vescovo Franco Agostinelli, Correttore Nazionale della Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia benedirà e inaugurerà questo “monumento” in ricordo dei volontari scomparsi a causa della pandemia.

Un numero sconosciuto, ma non piccolo stando alle informazioni che si trovano su internet; per questo la Misericordia dell’Antella e il Correttore Nazionale invitato tutte le Misericordie d’Italia a comunicare non solo il nominativo del proprio volontario/a deceduto/a ma ad inviare anche il proprio gagliardetto sociale da esporre nella cappella in occasione della cerimonia. La cerimonia sarà trasmessa in diretta video streaming sulla pagina facebook della Misericordia dell’Antella, e poi visibile sul proprio canale YouTube.

"Siamo onorati - evidenzia il Governatore dell'Antella Paolo Nencioni, da qualche giorno Tesoriere Nazionale della Confederazione - di poter essere il 'cuore' di questo momento nazionale di preghiera in ricordo di tutti i Confratelli e Consorelle di tutte le Misericordie d'Italia morti per il covid 19, e che la nostra cappella diventi lo scrigno che ricorderà per il futuro, attraverso questa Via Crucis, strumento di devozione e di pietà religiosa, la memoria dei tanti Volontari che sono morti nel corso di questa pandemia. Un caro pensiero, assieme al Magistrato, lo rivolgo a tutte le famiglie che sono state colpite da un lutto cosi tremendo, reso ancora più crudele dal fatto che nessuno di loro ha potuto stare accanto ai loro cari nel momento del trapasso e dare loro un ultimo saluto da vivo;  spesso nemmeno potendo celebrare il loro funerale. Un grazie dunque per questa Via Crucis ai fratelli di Elena Mariani, una consorella fiorentina, in servizio per anni sulle ambulanze, e la cui perdita ha colpito in maniera particolare il nostro territorio (lavorava alla Coop di Bagno a Ripoli), e dove era amata da tutti, in particolare dai bambini, ancora oggi ricordata soprattutto per il suo sorriso e la sua inconfondibile risata".

Perché una Via Crucis e non un altro monumento?

Lo evidenziano i tre fratelli quando hanno comunicato la loro decisone ai responsabili della Confraternita: “perché riteniamo che il periodo che hanno vissuto queste persone, e da nostra sorella, durante i rispettivi ricoveri, siano stati per loro vissuti come una via dolorosa – come la Via Crucis – verso la morte”. Non a caso nel linguaggio comune il termine Via Crucis è oggi usato in tutto il mondo quando si vuol evidenziare una esperienza dolorosa o umiliante, fatta di tribolazioni, pene, ansie. Nel dolore di Gesù che muore c’è la rinascita dell’umanità, nel suo martirio c’è la certezza della vita eterna. In questa epidemia che provoca lacrime e solitudine, sotto la croce ci siamo tutti, sconfitti, reietti, potenti…tutti uguali agli occhi di Dio.

Nella contemplazione dei volti/nomi dei tanti confratelli e consorelle, sfigurati dalla sofferenza, e dalla paura che hanno provato nel momento in cui spesso sono stati intubati e indotti in coma farmacologico fino alla morte, si deve vedere, nel ricordo del loro servizio di e in Misericordia il germoglio di una bellezza di cui sono stati portatori e testimoni. Ricordargli con la dedica e consacrazione di questa Via Crucis nazionale è un modo concreto per continuare ad alimentare quella fiaccola che, come appartenenti alle rispettive Misericordie, hanno alimentato con il loro impegno e il loro servizio a favore dei più bisognosi e sofferenti in quell’ottica cristiana che dal 1244 alimenta quella carità che è alla base di tutto il movimento delle Misericordie d’Italia nato oltre 120 anni fa.


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