Sette magnifici chef ad esaltare le qualità del fungo ipogeo umbro
Tartufo di Gubbio
I vincitori delle quattro precedenti edizioni sono stati: nel 2009 Gilberto Rossi del Pepe Nero di San Miniato (Pi), nel 2010 Marcello Spadone della Bandiera di Civitella Casanova (Pescara), nel 2011 Alessio Rossi dello Splendid Royal di Lugano e nel 2012 Paolo Pascolini de La Cia di Gubbio. In anteprima al concorso sabato sabato scorso è stato presentato presso la biblioteca Sperelliana di Gubbio il libro ‘Cucina tricolore Sciuè Sciuè’ di Anna Moroni della Prova del Cuoco, mentre a conclusione del concorso il 26 novembre si terrà la serata di gala ‘A tavola con gli chef’ e la consegna del premio ‘Hanno onorato l’Umbria nel mondo’. Tra le novità di quest’anno la presenza dei vini della Cantina storica Torrevilla 1907 Oltrepò Pavese (rappresentata dal manager Giancarlo Colombo), che metterà a disposizione della serata di gala e per i premi di rappresentanza confezioni di Cruasé Docg metodo classico e di Moscato Oltrepò Pavese Doc, oltre il trofeo Torrevilla. La conferenza stampa del Premio ‘Tartufo di Gubbio 2013’ è fissata pergiovedì 14 novembre, alle ore 11.00, presso la Sala Pagliacci della Provincia di Perugia.
Antonio Castello>
I MAGNIFICI SETTE>
Fabrizio Barbero>, chef del ristorante Naskira, cuore "gourmand" dello Chalet Il Capricorno di Sauze d'Oulx (To) è l’alfiere dell'HACM, Accademia dell’ Alta Cucina di Montagna recentemente costituitasi allo scopo di favorire una accoglienza di qualità e la valorizzazione di cultura, tradizione alpina. Il capricorno è un hotel di charme, a 1800 metri di quota, sulle piste da sci della Via Lattea, dove la cucina "povera" di montagna è spunto per rivisitazioni che nobilitano le eccellenze gastronomiche piemontesi e valligiane.
Simone Bertaccini> è lo chef del Santa Elisabetta, il ristorante gourmet dell’Hotel Brunelleschi di Firenze, uno degli indirizzi gastronomici più interessanti sulla città del giglio. Situato in una sala intima con solo sette tavoli al primo piano della torre bizantina facente parte dell’hotel, alla location invidiabile aggiunge un’atmosfera ricercata e la piacevole cucina dello chef. L’Hotel Brunelleschi, recentemente rinnovato in uno stile classico contemporaneo estremamente elegante, fa parte degli Esercizi Storici Fiorentini.
Giuseppe Di Iorio>, straordinario interprete della cucina italiana, è lo chef ristorante ‘Aroma’ aperto sulla magnifica terrazza di Palazzo Manfredi, raro gioiello di eleganza e ospitalità che offre allo sguardo dei visitatori una vista unica sulla storia dell’umanità e di Roma. Le finestre e l’ampia terrazza panoramica dell’attico dell'Hotel 5 stelle si affacciano sul Colosseo, sui Fori Imperiali e sulla Domus Aurea. Aroma è stato riconosciuto dall’Accademia Americana con il premio 5 Star Diamond Award.
Claudio di Bernardo> è lo chef del ristorante “La Dolce Vita” del Grand Hotel Rimini, lo storico albergo e monumento nazionale, dimora prediletta del grande Federico Fellini e parte del gruppo Select Hotels Collection. Secondo una filosofia che considera il gusto e il buon cibo come un importante valore aggiunto al soggiorno in albergo, il Grand Hotel Rimini offre ai suoi ospiti un esclusivo servizio di ristorazione, in grado di accontentare i palati più esigenti. Le varie sale del Ristorante "La Dolce Vita" sono decorate in stile Liberty. e abbellite da sontuosi lampadari veneziani.
Giacomo Ramacci> è il giovane chef della Taverna del Lupo di Gubbio, affiliata alla catena dei ristoranti del "Piatto del Buon Ricordo" e alla "Chaine des Rotisseurs".Il ristorante nel 1998 ha vinto il prestigioso premio "5 Stars Diamonds Award" e da oltre trent’anni è considerato uno dei migliori ristoranti dell'Umbria. Lo chefpropone piatti ispirati dalla tradizione della cucina locale, di cui protagonista è il tartufo, accanto alla pasta fatta in casa e ad altre prelibatezze umbre. E' possibile visitare la cantina dove invecchiano vini di annata.
Marco Urbanelli> è lo chef del Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio, un ex monastero del XVII secolo sapientemente restaurato, che unisce, in una felice ed equilibrata combinazione, antichi ambienti e nuovi comfort. Qui, lo chef ha avuto il merito di recuperare le ricette tradizionali ponendo grande attenzione nella scelta delle materie prime, aggiungendo un pizzico di fantasia e di talento, dando vita, così, a piatti deliziosi da gustare in compagnia di amici e delle persone più care, per un incantevole desinare in abbinamento all’ampia selezione di vini della cantina.
Paolo Pascolini> è lo chef del ristorante La Cia di Gubbio, immerso nel verde della montagna, a due passi dalla Basilica del patrono Sant'Ubaldo e nel cuore dell'Albero di Natale più grande del mondo, che ogni anno dal 7 dicembre al 10 gennaio accende il Natale eugubino. Dalle ampie vetrate del ristorante, affacciate sul panorama dei tetti in coppi rossi della città, si gode una fantastica vista della vallata e delle colline che le fanno da cornice, in un ambiente ricco di fascino, intimo ed accogliente, degno della serenità e della bellezza del luogo.