Rosario Cerra, nuovo presidente Confcommercio Lazio
(AGR) E' Rosario Cerra il nuovo Presidente di Confcommercio Lazio per il quadriennio 2014 - 2018. L’imprenditore che subentrerà a Vincenzo Zottola dal 15 marzo 2014, al vertice di una realtà composta da più di 35 mila aziende, con oltre 175 mila occupati, e' stato eletto oggi all'unanimità dall'Assemblea di Confcommercio Lazio.Compongono il Consiglio i presidenti delle Confcommercio provinciali Giuseppe Roscioli (presidente di Confcommercio Roma), Vincenzo Zottola (presidente Confcommercio Latina), Florindo Buffardi (presidente Confcommercio Frosinone), Franco Boccolini (presidente Confcommercio Viterbo) e Leonardo Tosti (presidente Confcommercio Rieti).Romano di adozione, 46 anni, a capo del Gruppo I Capital, Vice Presidente di Confcommercio Roma con delega allo Sviluppo Economico e Presidente di FederServizi, Rosario Cerra ha già indicato le linee guida che caratterizzeranno il suo mandato.
"Il nostro territorio – ha detto Cerra - può contare su straordinarie eccellenze che però vanno ancora valorizzate; occorre incrementare i livelli di innovazione delle piccole e medie imprese nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e delle professioni, in un'ottica aggregativa e intersettoriale, stimolando nuove dinamiche senza mai perdere di vista il peso dell'economia reale rappresentata dalle nostre pmi".
“Con Confcommercio Lazio dunque – ha continuato Cerra- inizieremo fin da subito a lavorare per rafforzare l’integrazione del sistema imprenditoriale laziale, perché siamo convinti che il territorio regionale vada considerato nella sua complessità come un laboratorio di progetti e nuove competenze, in grado di trainare la nostra economia, anche in questa lunga fase di transizione”.
“Per questo – conclude Cerra – collaboreremo con la Regione e le altre amministrazioni per creare le condizioni necessarie affinché le imprese possano competere sul mercato interno ed estero, puntando su fattori strategici fondamentali come l’innovazione, la creazione di Reti d’Impresa, l’internazionalizzazione ed in generale quella che ci piace chiamare l’ economia della conoscenza, perché è da qui che dobbiamo partire per un concreto e reale sviluppo di tutto il nostro territorio”.