Roma, capitale dell’artigianato
(AGR) Roma si conferma la capitale dell'artigianato italiano, ma per "qualità della vita" dell'impresa (Iqvi) non supera il 63mo posto. Questo in sintesi il quadro delineato da uno studio della Confartigianato presentato venerdì nel corso di un convegno a Roma.Nella Capitale operano 43.450 imprese (dato aggiornato al terzo trimestre del 2009), pari al 62,3% dell'artigianato dell'intera provincia di Roma che conta 69.696 imprese. Rispetto al dato regionale le imprese romane pesano per il 42,5%. Seguono Milano con 26.504 aziende, Torino (25.633) e Genova (14.256). Il settore più presente a Roma è quello delle costruzioni che conta il 29,1% delle imprese. Più contenuto ma comunque rilevante il peso delle attività manifatturiere e dei servizi personali, entrambi al 19% delle imprese, mentre i trasporti ammontano al 14,3% del totale e le riparazioni al 7,2%.
Delle 69.696 imprese artigiane registrate nella provincia di Roma il 98,3% sono le piccole imprese con meno di 20 addetti. Il settore impiega in tutto 671.952 persone. L'incidenza delle imprese artigiane rispetto al totale delle imprese attive è del 21,1%. Ogni mille abitanti si contano 16,4 imprese e ogni cento famiglie ci sono 4,1 imprese artigiane. Gli imprenditori artigiani a Roma e nell'hinterland sono 84.551, di cui 80.676 titolari e 3.875 collaboratori, mentre le donne imprenditrici artigiane sono 14.565.
I giovani imprenditori artigiani sotto i 35 anni sono 14.765, di cui donne 3.097, mentre le imprese individuali con titolare immigrato sono 16.787, pari al 9,9% delle imprese individuali. Il tasso di crescita delle imprese, rileva lo studio, è tra i più alti del Paese: negli ultimi dieci anni l'artigianato a Roma è cresciuto al ritmo del 20% annuo, tre volte in più del dato nazionale. L'incremento del numero delle imprese ha determinato una spinta al rialzo del tasso di occupazione che dal 1999 ad oggi è aumentato di circa 10 punti percentuali, con circa 1,7 milioni di occupati. Numero e incremento delle imprese hanno contribuito alla tenuta del settore che nonostante il contesto economico internazionale sfavorevole ha perso meno del resto del Paese.
Secondo l'indagine della Confartigianato Imprese, dopo il fallimento di Lehman Brother, il tessuto artigiano romano è passato dalle 69.908 imprese registrate nel III trimestre 2008 alle 69.696 attuali, perdendo lo 0,3%. Alla dinamicità del settore non corrisponde tuttavia un'adeguata "qualità della vita" delle imprese artigiane. L'indice, calcolato sulla base della capacità di ciascun territorio provinciale di consentire alle aziende di operare nelle condizioni migliori, a Roma misura 564.
Tra i fattori che hanno concorso alla definizione dell'indice si segnalano: densità imprenditoriale; mercato del lavoro; pressione fiscale; concorrenza sleale del sommerso; burocrazia; credito; tempi della giustizia civile; legalità e conflittualità; utilities e servizi pubblici locali; capitale sociale del territorio ed infrastrutture. Nella classifica regionale Roma si colloca dopo Viterbo (62° posto) e prima delle altre province del Lazio: Rieti è al 72° posto, Latina al 73° e Frosinone all'80°.
A livello nazionale la prima città per qualità della vita dell'impresa è Bolzano, seguita da Trento, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia, Prato, Sondrio, Forlì-Cesena, Varese, Modena e Piacenza. Maglia nera a Napoli, Siracusa, Cosenza, Catanzaro e Crotone.
(Fonte Comune di Roma)>