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Prezzi: Unc, la top ten dei rincari

Voli internazionali +38,8%, 33,3% il gas, telefoni +21,4%, Olio +17,7%, +4,7% olio di oliva, +4,6% la pasta. Rialzi preoccupanti per farina e giochi (+5,7%). Si salva il pane

printDi :: 06 novembre 2021 20:56
Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori

(AGR) L'Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat per stilare la classifica dei prodotti che stanno registrando i maggiori rincari. A lievitare nel mese di ottobre non solo voli, luce, gas e benzina, ma anche olio, pasta, carne e giochi.

In testa alla top ten dei prodotti non alimentari, i voli, con quelli internazionali che vincono con un astronomico +38,8% rispetto a ottobre 2020 (i voli nazionali +19,9%). Al secondo posto il gas, +33,3% su base annua, al terzo il Gpl e il metano per auto, con un balzo del 33%, al quarto il gasolio: +23,5% quello per i mezzi di trasporto e +22,3% quello per il riscaldamento. In quinta posizione la benzina, +22,1%. Seguono telefoni fissi e fax, +21,4%, energia elettrica in settima posizione con +17,7%, macchine per il caffè (+15,5%) e macchine fotografiche e telecamere (+15,3%).

 
Chiudono al decimo posto, con +13,3%, gli Apparecchi per riscaldamento, condizionatori d'aria. Anche se fuori dalla top ten, preoccupa, in previsione del Natale, il rincaro dei giochi (tradizionali ed elettronici), che già a ottobre segnano +5,7% su base annua ma addirittura +2,4% su settembre e che scontano i problemi di approvvigionamento dalla Cina.

In testa alla top ten dei prodotti alimentari, gli oli diversi da quello di oliva, che costano il 17,7% in più rispetto a un anno fa. Al secondo posto i Frutti di mare freschi o refrigerati con +6%. Sul gradino più basso del podio l'olio di oliva, che vola del 4,7%. Al quarto pasto il prodotto simbolo dell'identità culinaria italiana, la pasta, che svetta del 4,6%. Al quinto posto la carne ovina e caprina che segna un incremento del 3,5%, battendo tutte le altre carni (coniglio e carne equina +2%, suina +1,8%, pollame +1,8%, bovina +1,3%).

Seguono in sesta posizione, ex aequo, Pesce fresco o refrigerato e Vegetali surgelati diversi da patate, entrambi a +3,1%, in settima l'acqua minerale, +2,8%, poi i succhi di frutta con +2,6%. In nona posizione tre prodotti che salgono del 2,5%: il latte conservato, molto consumato dalle famiglie, la Margarina e la Farina, un rialzo, quest'ultimo, molto preoccupante considerato che è la materia prima per molto altri prodotti e che lievita dell'1,2% in appena un mese. Chiude la classifica il riso, +1,9%.

In compenso alcune buone notizie. Nessuna speculazione per ora sul pane, che segna un aumento dell'1,2%, ma in linea con la media dei prodotti alimentari. Bene anche latte fresco intero e formaggi (ambedue +1,1%).

La palma d'oro del risparmio, comunque, spetta al tè, con un ribasso dell'1,3% su base annua. Al secondo posto della top dei prodotti alimentari meno rincarati, la frutta fresca, con -1%, e il cioccolato, medaglia di bronzo con -0,9%.  In quarta posizione, a pari merito con -0,7%, Cereali per colazione, Uova e Alimenti per bambini. In quinta, sempre in deflazione, la frutta secca e i vegetali freschi, ambedue con -0,3%.

Seguono lievi aumenti: caffè e cacao (entrambi +0,1%), Latte fresco parzialmente scremato e Salse e condimenti (ambedue +0,4%). In ottava posizione vegetali, (+0,6%), poi burro e zucchero (entrambi +0,8%). Chiudono la classifica dei prodotti più risparmiosi, le confetture, marmellate e miele, con +0,9%.

"L'inflazione ha registrato un'impennata preoccupante, più che raddoppiando da giugno a ottobre, passando dal +1,3% al +2,9% (+123%). La ragione principale dipende dai beni energetici, luce gas e benzina, senza i quali l'inflazione annua di ottobre scenderebbe dal 2,9 all'1,1%, ma anche alcuni beni alimentari stanno subendo preoccupanti rialzi, anche per colpa delle materie prime, come il calo della produzione di frumento duro in Canada e Stati Uniti. In ogni caso urge un intervento del Governo per raffreddare i prezzi, soprattutto dei carburanti che incidono su tutta la merce trasportata su gomma. Se l'inflazione proseguisse con questo stesso ritmo, già a novembre salirebbe al 3,2% e questi rincari potrebbero determinare una gelata sui consumi, con effetti nefasti sul Natale" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

Prezzi: Unc, la top ten dei rincari

Prezzi: Unc, la top ten dei rincari

Prezzi: Unc, la top ten dei rincari

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Prezzi: Unc, la top ten dei rincari

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