Nautica, crollo del fatturato
(AGR) Dal 2008 al 2012 il fatturato complessivo dell'intero comparto nautico è calato del -60% in quanto oramai l'85% delle barche da diporto vengono esportate all'estero. È quanto emerge dallo studio presentato da Assonautica durante il convegno "Barche all'estero: grazie Italia"."La situazione che viene fuori dalla nostra ricerca - ha dichiarato il presidente di Assonautica Romana, Cesare Pambianchi - è estremamente drammatica. Basti pensare che la spesa complessiva dei diportisti è calata del -73%. Ad oggi, inoltre si è purtroppo registrata la fuga di decine di migliaia di diportisti. Sono rimasti vuoti, infatti, circa 36mila posti barca, il che ha significato anche la perdita di circa 10mila posti di lavoro.Ttutte barche che non sono più rientrate arricchendo i porticcioli di Spagna (12%), Montenegro (8%), Malta (15%), Grecia (19%), Francia (12%), Croazia (15%) e Albania (19%)".
Tra le cause della minore affezione dei diportisti ci sono: l'eccessiva burocrazia, indicata dal 70% degli intervistati, e i controlli fiscali aggressivi ed eccessivi, indicata quasi dal 90% degli interpellati. A rendere ancora più pesante la situazione è il sempre maggior costo del carburante che ha contribuito in maniera determinante al un crollo del -50% della vendita del carburante stesso.
"Il grido d'allarme lanciato da Assonautica romana - ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio, Giancarlo Cremonesi - è senza dubbio condivisibile. È ora di dire basta a un accanimento fiscale contro un settore che voglio ricordare è composto nel 98% da piccole e piccolissime imprese. Imprenditori ai quali va detto grazie perchè, malgrado il comparto sia stato abbandonato a se stesso, continuano a investire e credere nel loro lavoro. Non bisogna dimenticare che l'economia del mare è una dei settori trainanti dell'intero sistema italiano e per questo andrebbe sostenuto e non demonizzato con continui accanimenti fiscali e non solo. Non ci si puó vergognare nel produrre prodotti di lusso".