Lo smart working? Promosso. Le competenze digitali? Da incentivare e sostenere
Digitale, per gli italiani un’opportunità affidabile, sicura, da sviluppare garantendo semplicità e facile accesso ai servizi. Sono i risultati dell’indagine “Italiani e digitale” presentata oggi dalla Fondazione Italia Digitale
smart working
(AGR) La svolta digitale c’è e piace agli italiani, che la considerano affidabile, sicura, da sostenere e ampliare. A dirlo è una indagine a cura della Fondazione Italia Digitale presentata oggi nell'ambito dell’iniziativa di lancio di questa realtà nuova e innovativa nel panorama italiano che si occupa di cultura e policy digitali.
La ricerca, condotta nel mese di settembre, è stata presentata da Livio Gigliuto, membro del cda della Fondazione Italia Digitale e vice presidente Istituto Piepoli. Dall'analisi dei dati raccolti emerge una sostanziale fiducia da parte dei cittadini nei confronti della digitalizzazione, vista come un’opportunità dal 75% degli intervistati in tutte le fasce di età analizzate. Fiducia anche nel rapporto con l’informazione proveniente dal web e dai social, affidabile per il 64% del campione, e nel grado di sicurezza dei servizi digitali offerti, 80%. Tra i canali più utilizzati al primo posto restano i siti web e le app (60%) seguiti dagli sportelli fisici (25%) e dai social network, che continuano la loro scalata inarrestabile tra le modalità preferite di contatto tra PA e cittadino (21%).
Compie passi in avanti significativi anche l’identità digitale, attivata dal 55% del campione, mentre il 24% possiede sia una carta di identità elettronica che SPID. Tra i servizi digitali guadagnano la prima posizione l’acquisto online e i pagamenti digitali (75%), seguiti dai servizi della pubblica amministrazione (56%). Restando in tema di pagamenti verso la pubblica amministrazione chi predilige l’online lo fa per saldare i tributi (50%).
“È arrivato il momento di rendere popolare il digitale nel nostro Paese - spiega Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione Italia Digitale - la pandemia ha acceso un riflettore enorme, è cresciuta la consapevolezza di cittadini, istituzioni, imprese, ora serve un salto di qualità per rendere strutturale il cambiamento. Come dimostra l’indagine presentata oggi c’è voglia di accelerare e una richiesta sempre più forte di digitale degli italiani, a questo sentimento dobbiamo rispondere con un grande piano culturale, un investimento convinto sulle competenze e sui servizi, una risposta precisa di policy eque e all’altezza della rivoluzione in corso. Per questo è nata la Fondazione Italia Digitale, lavoreremo con pubblico e privato, su divulgazione, ampliamento del dibattito, proposte, per non perdere e sfruttare al meglio la straordinaria occasione che abbiamo con il PNRR e i piani di rilancio del Paese”.
“Il ruolo salvifico del digitale durante la pandemia sembra aver sconfitto la diffidenza degli italiani - commenta Gigliuto - a considerare maggiori le opportunità rispetto ai rischi è ormai la quasi totalità della popolazione. Non solo acquisti online e videochiamate, gli italiani affidano al digitale atti delicati come certificati e tributi. Promosso a larga maggioranza lo smart working, ora gli italiani chiedono un grande piano di cultura digitale che parta da due obiettivi: semplicità di utilizzo e sicurezza”.