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Confesercenti: giudizio negativo sul comportamento di Federdistribuzione

print21 dicembre 2012 13:18
Valter Giammaria - Presidente Confesercenti Provinciale di Roma

Valter Giammaria - Presidente Confesercenti Provinciale di Roma

(AGR) La Confesercenti> di Roma – dichiara il Presidente Valter Giammaria – esprime il proprio netto eperentorio giudizio negativo sull’atteggiamento di Federdistribuzione che ha portato ad affossare losforzo fatto dall’Assessore al Commercio dei Comune di Roma, On. Davide Bordoni, delle Associazionidell’imprenditoria e dei Sindacati dei lavoratori, di produrre un Protocollo d’Intesa sulla possibilità dirispettare le chiusure in alcune festività dell’anno (in tutto sei – Natale, Santo Stefano, 1° Gennaio,Pasqua, 1° Maggio e Ferragosto).

Un Protocollo d’Intesa quello approntato e per cui ringraziamo l’Amministrazione di Roma Capitale,che ovviamente, in rispetto della normativa vigente non conteneva obblighi, ma in modo chiaroimpegnava le Organizzazioni sottoscrittrici a fare in modo che le attività rispettassero alcune giornatedi chiusura come il Natale e Santo Stefano.

L’atteggiamento di chiusura al confronto da parte di Federdistribuzione ha reso vano il lavoro fattoda parte di tutti per arrivare ad un testo condiviso che aprisse opportunità diverse rispetto allacompleta e selvaggia deregolamentazione oggi in vigore.

C’è la necessità – continua Giammaria – che si torni ad avere regole, semplici ma regole.

L’Italia è l’unico paese in Europa dove il commercio è stato completamente deregolamentato equesto con la motivazione che così si “sarebbero ripresi” i consumi. La realtà dimostra che ciò noncorrisponde al vero.

La realtà – sottolinea Mina Giannandrea Presidente Federstrade Confesercenti – è che questo statodi cose sta portando alla chiusura di migliaia di piccole imprese nei quartieri della nostra città, centrostorico compreso.

Siamo convinti – continua Giannandrea – che continuare a favorire la grande distribuzione dei centricommerciali non aiuti l’economia di un territorio, bensì rischia solo di impoverire ulteriormente lanostra città e la capacità di dare un servizio diffuso e di qualità al consumatore.

Questa vicenda – conclude Giammaria – fa emergere con chiarezza come nel concetto della supposta“libertà di impresa” tanto decantata non solo non esiste, se non prevede neanche dirittifondamentali come quello del riposo in alcune festività, ma preferisce la completaderegolamentazione del comparto per una concorrenza selvaggia dove è sicuramente il più forte>

(economicamente) che vince.

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