Carciofi alla giudia? Certamente sì!
La pessima abitudine, invalsa ormai da tempo, di gettare discredito su tutto ciò che è o sa di “italiano” (persone, prodotti, abitudini, usi e costumi nostrani) ha fatto di nuovo la sua comparsa. Stavolta è stato preso di mira il carciofo. Secondo tale Yitzhak Arazi, di professione rabbino, ‘capo della divisione importazione delle regole alimentari religiose ebraiche imposte dal Rabbinato centrale’ il carciofo non sarebbe kosher: “È pieno di vermi e non c’è modo di pulirlo: Non può essere kosher. Non è la nostra politica, questa è la legge religiosa ebraica” (“Il Messaggero” del 6 aprile u.s. pagina 26). Fin qui nulla da eccepire: ognuno è libero di esprimere proprie opinioni.Ad occhio e croce, però, l’esternazione indica la sostanziale ignoranza di quel rabbino in tema di ortaggi, di carciofi in particolare. Sorvoleremo perciò sul danno che l’affermazione potrebbe avere arrecato al nostro export di carciofi in quel paese.
Tutti i vegetali, commestibili e non - verdure, ortaggi, ma anche alberi, piante e fiori –, possono essere soggetti ad attacchi anche mortali da parte di vermi e parassiti. Poiché i prodotti agricoli sono quelli che nei secoli hanno sfamato, e lo fanno tuttora!, la popolazione del nostro pianeta. già da epoche remotissime gli agricoltori sono corsi ai ripari impiegando preparati che hanno evitato il trionfo dei parassiti di qualsiasi tipo in campi e orti. Nell’agricoltura moderna. prodotti adatti attualmente in commercio, la cui efficacia è stata ampiamente comprovata, consentono di prevenire ed annientare parassiti di ogni tipo.
In merito, un’ampia letteratura (Trattati, Manuali, Saggi, Vademecum e quant’altro) che tratta in maniera specifica ed esaustiva le materie della prevenzione e cura di piante e ortaggi, è a disposizione di chi voglia documentarsi in modo approfondito e definitivo.
Come universalmente noto, il carciofo del tipo ‘romanesco’, quello cioè che cresce nei dintorni di Roma, ha la corolla abbastanza stretta da non permettere ai vermi di penetrare. Ciò autorizza autorevoli esponenti della ristorazione romana ed ebraico-romana ad affermare con assoluta sicurezza che nel carciofo romanesco il verme non è presente.
E tanto per fugare ogni possibile dubbio sull’attendibilità di quelle affermazioni (“Il Messaggero”, numero già citato) vale la pena ricordare ai poco informati che la cucina romana non nasce certo oggi e molti dei suoi piatti derivano direttamente da quella ebraica. Una “contaminazione” culinaria che data dal 200 a.C., anno più, anno meno, periodo a cui risalgono i primi insediamenti ebraici nell’Urbe.
Il “Carciofo alla giudia” è uno dei piatti che romani e non romani amano gustare di più. Poiché da oltre duemila anni non risultano essere arrivate fino ai nostri giorni notizie di avvelenamenti e intossicazioni causate da vermi presenti nel già citato carciofo “romanesco” è ragionevole pensare che in futuro esso continuerà a troneggiare, desideratissimo!, sulle nostre tavole.
R. BERGAMI