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Balneazione, le proposte per il rilancio

print27 marzo 2013 13:06
(AGR) La Federazione Naziona dei Balneari, aderente a Confimpresa -proponei seguenti punti fondamentali per il rilancio della categoria:

•Direttiva Bolkestein va applicata per il 65% delle coste italiane, sulle quali ancora non sono state avviate imprese turistico balneari>

•Attuali concessioni dovranno completare investimenti entro il 2015>

•Piano investimenti di 75 miliardi con rinnovo automatico delle attuali concessioni per un periodo dai 10 ai 30 anni

•Gli enti territoriali, in primis le Regioni dovranno valutare e poi applicare il piano di investimenti (inftrastrutture, ripascimento, piano della costa, impostazione di un turismo ecosostenibile)>

•Approvazione del Disegno di legge sulla determinazione dei canoni demaniali, C. 5366 presentato il 17 luglio 2012 alla Camera dei Deputati

•Abbassamento aliquote Iva dal 21% al 10 % per il sistema balneare, così come è per gli altri attori nel turismo>

“La proposta FederBalneari punta a valorizzare- si legge su una nota dell’associazione - la specificità del sistema Italia, il Paese europeo con ilpiù alto numero di coste marittime.Abbiamo 7458 km di costa il cui 65% non è ancora impegnata da concessioni demaniali marittime. Per questo proponiamo al Governo di liberalizzate tutte le aree demaniali attualmente non impegnate da concessioni demaniali marittime e permettere, dunque, agli attuali operatori che già occupano da anni circa il 35% delle nostre coste, di rendere le proprie imprese competitive così come richiede l’Unione Europea.

FederBalneari Italia non è contro l’evidenza pubblica, le cui procedure sono sempre state seguite e sostenute dagli imprenditori balneari nel rispetto delle leggi vigenti; l’Art. 18 del Codice della navigazione è un elemento che legittima questa modalità di affidamento delle concessioni.

Ma chiediamo al Governo di far partire le procedure di evidenza pubblica fin da subito solo per le aree non in concessione,e di valorizzare, invece, il sistema di imprese che già sono sul mercato, permettendo loro di investire e restare competitive, con dei piani da completare entro il 2015. Riteniamo che questo sia l’unico meccanismo per smuovere il comparto turistico balneare da questa situazione di paralisi che altrimenti resterà tale fino 2020, ovvero altri 8 anni nell’attesa che il Governo faccia chiarezza sulle norme da seguire in merito.

Il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo in Italia, presentato recentemente dal Ministero del Turismo, ha come scadenza il 2020. FederBalneari Italia si chiede in che modo gli operatori balneari potranno entrare nei nuovi progetti se fino a quella data saranno costretti all’immobilismo progettuale ed economico.

Nello specifico – spiega la nota -gli operatori balneari che presenteranno un nuovo business plan entro il termine del 2015 potranno beneficiare della concessione demaniale da 10 fino a 30 anni, in funzione degli investimenti previsti nel piano, compresi, ovviamente, le opere esterne alla concessione, ovvero gli interventi pubblici ed i piani ambientali (strade, lungo mare, ripascimento costiero, piani di sviluppo urbanistico, piani della costa, opere pubbliche comunque inserite nei piani turistici) ai quali le associazione balneari regionali e locali potranno contribuire finanziariamente con operazioni di project financing, previste anche nella recente costituzione dei Distretti Turistici, tra le azioni di partnership pubblico-privato. (Legge 106/2011 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto Legge 13.05.2011, n. 70).

Attivare, infatti, le procedure di evidenza pubblica anche per le 30.000 imprese balneari, che attualementeoccupano poco più di un terzo delle coste italiane, significherebbe fare tabula rasa del patrimonioeconomico e storico del settore, mettendo il nostro Paese nelle condizioni di dover iniziare tutto da capo, privandosi di quelle PMI, molte a gestione familiare, che lavorano da generazioni nel settore e che nel tempo hanno acquisto quel know, il noto “made in Italy”,elemento distintivo per essere competitivi nel mondo. E’stato inoltre stimato che, con il rinnovo delle attuali concessioni supportate da un piano di investimenti, gli imprenditori balneari garantiranno 75 miliardi al Governo, calcolando il periodo massimo di 30 anni e che vede il termine ultimo nel 2045.

Per attuare ciò serviranno strumenti di rilancio che gli Enti territoriali dovranno applicare attraverso nuovi atti normativi: la legge quadro nazionale, legge quadro sul riordino del sistema nazionale, legge sul riequilibrio dei canoni demaniali, legislazioni regionali, redazione dei piani di utilizzazione arenili regionali, piano della costa eattuazione programmadi investimenti.Un altro elemento di fondamentale importanza per garantire stabilità e certezza al comparto turistico balneare è l’approvazione, da parte del Parlamento, del disegno del Disegno di legge sulla determinazione dei canoni demaniali,C. 5366, presentato a l 17 luglio 2012 alla Camera dei Deputati.

La proposta, da mesi accantonata alla Camera dei Deputati, intende realizzare una semplificazione delle norme che stabiliscono le modalità di determinazione dei canoni per le concessioni demaniali marittime, garantendo maggiori entrate all’erario rispetto a quanto introitato a tale titolo negli ultimi anni e perequando le situazioni di soggetti che svolgono attività analoghe, avvalendosi di beni pubblici, ma con canoni di entità notevolmente diversi.Con l’applicazione di questo provvedimento il Governo potrà ottenere incassi maggiori e certi dalle concessioni, e il settore turistico balnere potrà regolarizzare l’economia del settore. Infine FederBalneri chiede al Governo l’allineamento dell’aliquota IVA dal 21 al 10 per cento,per gli impianti balneari.

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