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Balneari, escluse dall'evidenza pubblica le pmi?

print11 ottobre 2012 11:52
(AGR) In via della Stamperia si respira ancora aria di protesta. L'esercito di balneari che ha presidiato gli uffici del Ministero del Turismo continua ad alimentare tensione sociale. Ma il Governo resta fermo sulla posizione: l'intervento normativo prevede un riordino del sistema balneare coerente con le esigenze di concorrenza indicate dalla direttiva Bolkestein.Si è svolto, infratti, ieri a Roma, presso la sede del Dipartimento degli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, l’incontro promosso dal Ministro Piero Gnudi con Regioni, Province, Comuni, membri delle varie forze politiche e rappresentanti dei Sindacati del settore balneare per un confronto sulla bozza di Decreto legislativo in tema di Concessioni demaniali marittime a cui il Governo sta lavorando. Il Ministro ha illustrato i punti fondamentali di questo prossimo provvedimento che prevede le procedure di evidenza pubblica anche per le attuali imprese balneari, riscontrando la netta contrarietà da parte delle Organizzazioni delle imprese: S.I.B. Confcommercio, FIBA – Confesercenti, CNA – Balneatori e Assobalneari Italia – Confindustria e degli Organi Istituzionali presenti all’incontro.“Abbiamo espresso il pieno disappunto a queste proposte che, in pratica, determinano il dissolvimento di 30.000 imprese, di altrettante famiglie e di oltre 300.000 lavoratori del settore” – affermano in una nota gli imprenditori balneari. “Abbiamo chiesto al Ministro la reale riapertura del tavolo tecnico – a cui devono obbligatoriamente partecipare i Sindacati di categoria unitamente alle Regioni e alle Istituzioni locali – al fine di individuare le soluzioni idonee per evitare che le attuali imprese turistico-balneari siano sottoposte a procedure di evidenza pubblica - continua la nota. Solo così riteniamo sia davvero possibile individuare una soluzione condivisa che faccia ritornare serenità e certezze agli imprenditori balneari italiani, riavvii gli investimenti in un settore che dalla sua paralisi, come avviene oggi, ha tutto da perdere. Ricordiamo che l’istituzione di tale tavolo era stato annunciato dallo stesso Ministro Gnudi nell'ormai remoto incontro del 23 febbraio scorso senza, però, essere stato mai convocato.Abbiamo chiesto, poi, che il Governo intraprenda un’interlocuzione con la Commissione Europea - in modo ufficiale e con la dovuta determinazione - per richiedere il riconoscimento delle specificità del comparto, norme particolari per la conservazione del sistema delle attuali imprese e, soprattutto, l’esclusione dalle evidenze pubbliche a beneficio delle aziende oggi operanti, tramite la deroga o una diversa applicazione della Direttiva Servizi. Proprio sulla necessità di tale interlocuzione si era formalmente impegnato lo scorso febbraio il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi, la cui assenza all’incontro di ieri ci ha sorpreso negativamente, malgrado fosse stata assicurata come certa nella stessa convocazione”.“I piccoli impianti- spiega Renato Papagni, presidente Federbalneari -le strutture con canoni sotto soglia (20.000 – 40.000), circa l '80% delle pmi balneari, non dovranno andare ad evidenza pubblica; i canoni saranno i risultati dell’applicazione del Disegno di legge per la determinazione degli stessi, ora in approvazione alla Camera dei Deputati. Resta aperta la partita del riconoscimentodel valore economico dell'azienda: E' la superficie demaniale che dovrà andare all'evidenza pubblica, non le aziende che vi operano fisicamente -.Commentanta così il Presidente di Federbalneari Italia.Ovvero dovranno essere individuati dei criteri finalizzati al riconoscimento del valore economico dell’azienda, compresi gli asset intangibili, come il know how degli operatori. Bisogna evolversi –continua Papagni - per non subire. Siamo aperti al libero mercato, ma il Governo ci deve mettere nel condizioni di essere concorrenziali. Il sistema turistico balneare va regolamentato, a cominciare dalla determinazione dei canoni. Per questo le concessioni demaniali dovranno essere considerate secondo le regole previste dal codice della navigazione, nonsecondo la legge 163, 2006 degli appaltipubblici”.

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