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Balneari, aumento del 25% dei canoni, SIB: ingiustificato ed ingiusto

Capacchione (SIB): “Va revocato e, comunque, sospeso, in attesa di un doveroso riordino dei criteri di determinazione. E' ingiustificato perché è più del doppio dell'indice ISTAT registrato nel 2022 (1,5%) e più del triplo dell'inflazione (8,1%).

printDi :: 31 dicembre 2022 15:46
Balneari, aumento del 25% dei canoni, SIB: ingiustificato ed ingiusto

(AGR) Il Ministero delle Infrastrutture ha comunicato agli Enti competenti la variazione dell'indice ISTAT dei canoni demaniali per l'anno 2023. Si tratta di un aumento del 25,15% con il canone minimo di 3.377,50 euro.“Si tratta di un provvedimento ingiustificato e ingiusto”, scrivono in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA-Confesercenti.

Ingiustificato perché è più del doppio dell'indice ISTAT registrato nel 2022 (1,5%) e più del triplo dell'inflazione (8,1%). Ingiusto perché esaspera un meccanismo di determinazione dei canoni sbagliato (in quanto non parametrato all’effettiva redditività dell'area oggetto di concessione), e disincentivante rispetto agli investimenti per il potenziamento dei servizi balneari.

 
Già adesso, infatti, c'è chi paga tanto e chi relativamente poco in riferimento a questi doverosi criteri. Senza parlare delle ormai note ingiustizie sui costi economici dei concessionari balneari con l'aliquota IVA al 22% (a differenza di tutte le aziende turistiche per le quali è al 10%), la TARSU sull'intera area (anche laddove e quando è improduttiva di rifiuti), o l'IMU ancorché considerati affittuari.

“Chiederemo la revoca del provvedimento e, comunque, la sua sospensione in attesa di un opportuno e doveroso riordino dei criteri di determinazione dei canoni che li renda giusti ed economicamente sopportabili” conclude la nota di SIB e FIBA.

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