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Intervista all'Avv. Marco Valerio Verni sul caso di Lorena Quaranta: Ergastolo rimesso in discussione

L'avvocato Verni: "Se si parla di stress da COVID, un professionista sanitario dovrebbe avere una resistenza maggiore di un comune cittadino"

printDi :: 27 luglio 2024 21:24
Avv. Marco Valeri Verni

Avv. Marco Valeri Verni

(AGR) L'avvocato Marco Valeri Verni ha condiviso riflessioni importanti sul caso di Lorena Quaranta, la giovane studentessa di medicina uccisa il 31 marzo 2020. In un’intervista rilasciata durante la trasmissione "Il crimine in rosa" su CusanoNews7, condotta da Tiziana Ciavardini, Sharon Fanello e Matteo Bortone, Verni ha affrontato la recente decisione della Corte di Cassazione che ha rimesso in discussione l'ergastolo per l'omicida, sottolineando il contesto pandemico in cui è avvenuto il delitto.

"Ritengo che, generalmente parlando, un professionista sanitario debba, o dovrebbe avere, una resistenza maggiore, rispetto ad un comune cittadino, in situazioni di crisi pandemiche, anche gravi, come quella che ha colpito il mondo e, in particolare, il nostro Paese, nel 2020, a causa del COVID-19", ha dichiarato Verni.

 
La sentenza della Suprema Corte ha evidenziato che i giudici non hanno adeguatamente valutato le attenuanti generiche legate al contesto emergenziale del COVID-19, durante il quale il delitto è stato commesso. Di conseguenza, De Pace dovrà affrontare un nuovo processo per la possibile applicazione delle attenuanti generiche, che potrebbe ridurre la pena.

"Nel caso specifico, quella della Corte di Cassazione è certamente una decisione dolorosa - afferma Verni - che sottopone la famiglia di questa povera ragazza ad un ulteriore calvario. Diciamo che, tutto questo, potrebbe servire a blindare la sentenza di condanna nei confronti dell'imputato, dal momento che, da quel che ho letto sulla stampa, era stata la stessa Procura Generale presso la Corte di Assise di Appello di Messina, dove si è svolto il secondo grado di giudizio, a chiedere la valutazione delle attenuanti generiche. Insomma, un aspetto che, una volta entrato nel processo, non si può non affrontare".

Verni ha anche sottolineato l'importanza di considerare l'eventuale coinvolgimento della Corte Europea di Strasburgo, a cui molti condannati si rivolgono per valutare violazioni dei diritti fondamentali nei processi penali nei loro paesi.

Il caso di Lorena Quaranta continua a suscitare dibattiti e riflessioni sulla giustizia e sull'impatto della pandemia sulla psiche delle persone, ma soprattutto, pone l'accento sulla sofferenza continua dei familiari delle vittime di crimini violenti.

"Al dunque, coloro che sono condannati per davvero, e senza possibilità di ricorsi a chicchessia, ad un ergastolo di gran dolore sono i parenti, genitori in primis, delle vittime di crimini violenti, come in questo caso," conclude Verni, esprimendo la sua vicinanza alla famiglia di Lorena.

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