Vela, Mascalzone Latino protagonista a Sidney
(AGR) Quella del 2017 è stata l’edizione del nuovo record del percorso che ha visto protagonisti per la conquista della Line Honour due tra i quattro “giganti” al via in un serrato duello: Wild Oats XI armato dalla famiglia Oatley e LDV Comanche di Jim Cooney e Samantha Grant, che poteva contare sul talentuoso campione australiano James Spithill. Quest’ultimo, dopo aver condotto per buona parte delle 628 miglia del percorso, nella risalita del fiume Derwent che conduce all’arrivo a Hobart ha dovuto cedere il passo e la vittoria assoluta in tempo reale a Wild Oats XI, vincitore in passato già nove volte di questo incredibile e affascinante evento. Sulle spalle del vincitore in acqua pesava però una protesta generata da un incrocio sospetto tra i due immediatamente successivo alla partenza, una virata troppo vicina di Wild Oats XI con Comanche che ha dovuto modificare la rotta.Oggi, poco dopo le 18.00 ora locale (le 08.00 in Italia) la Giuria ha comunicato la sentenza: un’ora di penalizzazione a Wild Oats XI per l’infrazione commessa e quindi automaticamente la consegna nelle mani di LDV Comanche della Line Honour della 73ma edizione della regata e l’aggiudicazione del nuovo record (1 giorno 9 ore 15 minuti e 24 secondi). Mascalzone Latino, il Cookson 50, di Vincenzo Onorato ha concluso la sua Rolex Sydney Hobart all’undicesimo posto in tempo reale, impiegando 1 giorno, 21 ore, 5 minuti e 32 secondi per percorrere le 628 miglia del percorso. Nella classifica IRC overall il team italiano si è piazzato quinto; nella Divisione “0”, sempre IRC, è risultato essere secondo, mentre in ORCi overall è salito sul terzo gradino del podio. La vittoria assoluta nella classe IRC è andata meritatamente a un 52 piedi, molto simile a un IRC 52, progettato da Marcelino Botin, Ichi Ban, di Matt Allen.
La prestazione di Mascalzone Latino, protagonista della stagione velica 2017 nel mondo dell’altura con la vittoria del mondiale ORC di Trieste a metà luglio e quella della Volvo Hong Kong Vietnam di fine ottobre, non può che considerarsi più che positiva.Vincenzo Onorato, assente per motivi familiari, ha messo insieme un gruppo di campioni di grande esperienza che hanno dimostrato, anche nelle situazioni più complesse, di sapere gestire la pressione e contestualmente continuare a perseguire l’obiettivo.
Su Mascalzone Latino, che anche in questa occasione ha regatato sotto il guidone dello Yacht Club Monaco, hanno regatato: lo skipper Matteo Savelli, Adrian Stead, Lorenzo Bressani e Flavio Favini nell’afterguard, Ian Moore nel ruolo di navigatore, Leonardo Chiarugi alla randa, Stefano Ciampalini, Gaetano Figlia di Granara e Timothy Burnell come trimmer, Justin Clougher e Alberto Fantini nella zona di prua.
Fondamentale l’apporto dello shore team, che per un mese ha lavorato ininterrottamente per sistemare la barca dopo la partecipazione alla regata asiatica dello scorso ottobre e consegnarla al meglio nelle mani dell’equipaggio: Daniele Fiaschi, Murray Spence e Davide Scarpa. Il programma vele è stato coadiuvato come sempre da Marco Savelli.
“Sono veramente orgoglioso della prestazione dei ragazzi – commenta l’armatore Vincenzo Onorato, raggiunto telefonicamente nella notte italiana subito dopo l’arrivo –. "Ho seguito passo passo le varie fasi della regata e mi sono arrivate delle foto meravigliose che mi hanno fatto ulteriormente rimpiangere di non aver potuto prendere parte a quella che è probabilmente la regata d’altura più famosa del mondo. Sono fiero però di quanto il mio equipaggio sia riuscito a fare. Non ho alcun dubbio che abbiano dato il 1000%, sono una generazione di velisti fantastica. Per il resto, le regate sono così: una volta va bene e una meno, ma lamentarsi di un quinto posto assoluto dopo che ci sono equipaggi che sono decenni che perseguono lo scopo, senza magari essere ancora riusciti a centrarlo, sarebbe veramente poco obiettivo. Infine, quella di Mascalzone Latino alla Rolex Sydney Hobart non la considero una partecipazione sporadica”.
“Si può dire che non abbiamo avuto una buona prima parte di regata, non abbiamo navigato bene; il primo giorno non è stato dei più facili – queste le prime parole di Matteo Savelli al suo arrivo in banchina a Hobart–. Il secondo giorno e questa notte, invece, abbiamo spinto molto: non è stato semplice trovare la rotta ideale di rientro su Hobart. È stata comunque una regata fantastica, con un equipaggio eccezionale, che ha saputo reagire prontamente nelle varie situazioni che si sono venute a creare. Il mix del nostro equipaggio è speciale: abbiamo dei professionisti fantastici come Adrian Stead, Ian Moore e Jaggy Clougher [nativo di Hobart], ma in prevalenza siamo italiani e, a partire da Lorenzo Bressani, Flavio Favini e Alberto Fantini, per citarne alcuni, si tratta di un’eccellente selezione della marineria italiana. Dal canto nostro non abbiamo regatato spesso in queste condizioni in Mediterraneo, ma a onor del vero due mesi fa, alla Volvo Hong Kong to Vietnam (che abbiamo vinto), abbiamo trovato venti in poppa di 25-30 nodi: un po’ meno intenso rispetto a questa regata in Australia, ma sempre abbastanza per potersi divertire. Navigare in poppa con queste condizioni è stato molto eccitante e sorprendente: erano assolutamente inaspettate prima di arrivare in Australia. Eravamo invece quasi certi di dover navigare a lungo di bolina: ma così potremo ricordare delle gran belle giornate di vela. Ichi Ban, dopo diversi tentativi e un’ormai perfetta conoscenza del percorso, ha meritatamente conquistato la vittoria IRC overall. Noi d’altra parte nelle fasi iniziali abbiamo ceduto ai nostri avversari troppo vantaggio.”
"Abbiamo comprato il Cookson 50 nel 2014 –continua Savelli- quando Vincenzo Onorato decise di avviare un programma di regate offshore importante. Abbiamo preso parte a tre edizioni della Rolex Middle Sea Race, finendo una volta secondi, per soli 7 secondi in compensato nel 2015, e una volta primi assoluti IRC nel 2016. Dopo il mondiale ORC di Trieste della scorsa estate abbiamo vinto anche la Volvo Hong Kong to Vietnam, l’ultimo impegno in ordine di tempo prima di questo appuntamento. Posso dire che questa non sarà un’apparizione spot di una barca di Mascalzone Latino alla Rolex Sydney to Hobart Race. Il programma per la stagione 2018 di Vincenzo Onorato e Mascalzone Latino si concentrerà da ora in avanti sulle classi Melges 32 e J/70”.
“È stata la prima volta di Mascalzone Latino alla Rolex Sydney Hobart e sono orgoglioso di aver potuto regatare con questo equipaggio –dice Adrian Stead, afterguard di Mascalzone Latino –. Nelle prime 10-12 ore non siamo stati abbastanza veloci per poter vincere la regata, anzi, siamo stati lasciati indietro dagli altri 52 piedi. Nella seconda parte invece abbiamo spinto molto. Quando si viene alla Sydney Hobart Race si sa che ogni anno le condizioni possono essere differenti; poi ci sono team come Ichi Ban il cui armatore ha preso parte a 28 edizioni di questa regata e finalmente quest’anno ha vinto. Hanno vinto grazie ad una buona preparazione, a una barca all round e a delle condizioni meteo ideali per loro. Le condizioni in realtà erano buone anche per noi: abbiamo fatto molte scelte giuste e penso che saremmo potuti arrivare tra i 45 ed i 50 minuti dietro al vincitore. È stato un piacere navigare con questa barca. Probabilmente avremmo avuto bisogno di maggior allenamento per fare meglio. Se la preparazione alla regata cominciasse domani, faremmo delle scelte differenti: prepareremmo la barca diversamente, faremmo qualche vela diversa. Posso dire che abbiamo lottato duro dall’inizio alla fine, e spiace di aver perso la prima posizione nella classe IRC divisione 0 per 13 minuti dal Volvo 70, ma guardando la classifica ora, con un quinto posto IRC overall, possiamo essere abbastanza soddisfatti e orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Tutto l’equipaggio ha lavorato assiduamente, facendo un lavoro incredibile dall’inizio alla fine”.
“Non posso nascondere che speravamo di poter fare meglio, anche se sapevamo che c’erano diversi avversari ben preparati e agguerriti – così Lorenzo Bressani, afterguard di Mascalzone Latino –. Le condizioni che abbiamo trovato sono state incredibili e allo stesso tempo molto difficili, specialmente nel corso della seconda notte. Per portare la barca sempre al 100%, Adrian, Flavio ed io, i tre timonieri designati, difficilmente riuscivamo a rispettare il turno di 2 ore previsto: spesso riducevamo a un’ora e mezza. Questo per non alzare mai il piede dall’acceleratore e spingere al massimo perché sapevamo che dopo le prime 20 ore la nostra posizione in classifica non era buona, causa forse delle vele di prua non propriamente adatte, e volevamo ritornare in Italia con il miglior risultato possibile. Nel corso della seconda notte abbiamo navigato con tutta randa e gennaker A4, recuperando circa un’ora in tempo reale su Ichi Ben. Una volta a terra, a testimonianza di quanto fossero impegnative le condizioni, abbiamo saputo che il vincitore, nel corso di quella notte, aveva navigato con due mani e genoa staysail. Un quinto posto overall e un secondo tra gli IRC nella divisione “0”, se consideriamo che ci sono armatori e velisti che prima di vincere ha preso parte a decine di edizioni, sono ottimi risultati, ma personalmente da agonista quale sono speravo di poter fare di più. Vincenzo [ndr. Onorato] ha schierato una grande formazione, un equipaggio compatto e unito che non ha mollato un millimetro dall’inizio alla fine. Chissà, magari ci sarà un’altra chance. L’organizzazione e il successo di questa regata in termini di qualità di partecipanti, con decine di migliaia di spettatori in acqua e a terra a seguire la partenza a Sydney e poi ad accogliere i team a Hobart, la copertura mediatica riscontrata è paragonabile alla regata di casa: la Barcolana”.