Repubblica Centrafricana: Appello di Medici Senza Frontiere al Senato
Sfollati
La crisi che ha colpito il paese nell’ultimo anno sembra non avere fine. Ogni giorno si susseguono scontri violenti fra milizie anti-Balaka di matrice cristiana, forze ex-Séléka di ispirazione musulmana e gruppi armati fuori controllo. Nel fuoco incrociato ci sono i civili, che subiscono violenze estreme, sfollamenti e una drammatica mancanza di accesso alle cure mediche. Tra gennaio e aprile MSF ha trattato circa 3400 persone con ferite da attacchi violenti (machete, armi da fuoco), mentre il numero di sfollati ha raggiunto quasi il 20% della popolazione (900.000 su 4,5 milioni di persone): gli sfollati interni sono poco meno di 600.000, gli altri si sono rifugiati nei paesi confinanti – Ciad, Camerun,Repubblica Democratica del Congo, Congo – in cerca di salvezza.
L’ondata di violenza non risparmia nemmeno gli operatori umanitari.Da dicembre 2012 a marzo 2014, le équipe MSF hanno subito 115 incidenti di sicurezza. Il 26 aprile un ospedale di MSF a Boguila è stato attaccato: 16 civili sono stati brutalmente uccisi, tra cui tre operatori MSF. Gruppi armati ostacolano l’accesso alle cure mediche e colpiscono ospedali, medici e pazienti. Tutto questo compromette la missione medica e la capacità di MSF di fornire cure alla popolazione.
“Ho lavorato molti mesi in Repubblica Centrafricana - ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF – Le persone muoiono ogni giorno, curiamomigliaia di feriti e vediamo centinaia di migliaia di persone in fugaperché è la loro unica possibilità per sopravvivere. Abbiamo un senso diimpotenza di fronte alla violenza estrema che colpisce civili, pazienti e operatori umanitari. È una catastrofe di massa che avviene sotto gli occhi dei leader internazionali. Occorre agire subito, attraverso una seria azione politica e un sistema di aiuti efficace che garantisca alle persone protezione e assistenza.”
Di fronte alla Commissione del Senato MSF ha ribadito il fallimento deglisforzi internazionali per proteggere la popolazione e rispondere ai bisogni più elementari delle persone, come acqua, cibo e riparo. C’è unasostanziale mancanza di impegno e mobilitazione dei leader politici nelConsiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e un impegno troppo limitatoanche da parte dei paesi africani e dell’Unione Africana. Inoltre, sebbeneil CAR sia ora in diverse agende internazionali, solo un terzo dei 565milioni di dollari stimati necessari è stato finora finanziato.
Nel complesso, il livello di assistenza è stato pessimo a Bangui,praticamente inesistente fuori dalla capitale e anche nei paesi confinanti è al di sotto del livello minimo riconosciuto dagli standardinternazionali.
Ecco dunque le quattro richieste presentate da Medici Senza Frontierealla Commissione del Senato:
1) AZIONE POLITICA: Occorre una forte azione politica a supportodell’azione di peacekeeping per garantire la protezione della popolazione civile. A questo proposito è necessario organizzare un summit nellaregione, al fine di bloccare la proliferazione di gruppi violenti
incontrollati e arrivare a un’assunzione di responsabilità da parte deigruppi armati, affinché si impegnino a controllare le proprie truppe erispettare civili e operatori umanitari nelle aree sotto il propriocontrollo.
2) CONFINI APERTI: I confini devono rimanere aperti (il Ciad li ha chiusi il 12 maggio), per consentire i movimenti dei rifugiati, che vedononell’esilio l’unica possibilità di sfuggire alla violenza.
3) SUPPORTO AGLI AIUTI: Le agenzie umanitarie devono aumentare il livellodi assistenza senza ulteriori ritardi e devono poter contare sul supportonecessario della comunità dei paesi donatori. Occorre sostenerefinanziariamente le missioni umanitarie nella zona. In questo senso,richiamando la prossima presidenza italiana del Consiglio dell’UnioneEuropea, MSF sottolinea il problema del finanziamento dell’ECHO (l'ufficiodella Commissione europea per gli aiuti umanitari), che negli ultimi mesista sperimentando una preoccupante incertezza nei finanziamenti da partedegli stati membri.
4) DISTINZIONE CIVILE-MILITARE: Occorre mantenere una chiara distinzionefra pratiche civili e militari per evitare la confusione dei due piani,contribuendo a rafforzare il fragile quadro dello spazio umanitario.
“Con la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, l’Italia può avere un ruolo attivo nell’orientare l’agenda internazionale” ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di MSF. “Chiediamo il supporto delle istituzioni italiane nel mobilitare la comunità nazionale e
internazionale, affinché si faccia carico della gravissima crisi in atto in Repubblica Centrafricana e sia garantito il necessario spazio umanitario. Per questo motivo ringraziamo la Commissione per i diritti umani del Senato per l’opportunità offerta e confidiamo nell’impegno dei
suoi componenti in questa direzione.”
Medici Senza Frontiere – MSF, lavora in CAR dal 1997. Da dicembre 2013, ha raddoppiato il numero di programmi nel Paese (da 10 a 21), e ha avviato 6 programmi nei paesi confinanti, in particolare Camerun, Ciad e Repubblica Democratica del Congo. Oggi MSF lavora in CAR con più di 2000 operatori locali e 300 operatori internazionali, a Batangafo, Carnot, Kabo, Ndélé, Paoua, Bria e Zémio, Bangui, Berberati, Bouar, Boguila, Bossangoa, Bangassou, Bocaranga, Grimari/Barbari e fuori dalle città assiste le persone attraverso cliniche mobili. Dal 1 gennaio al 30 aprile MSF ha effettuato circa 387.000 visite ambulatoriali (di cui 134.000 per la malaria), 10.600 ricoveri (3570 per la malaria), e assistito quasi 3400 pazienti con ferite dovute alla violenza.
MULTIMEDIA: RE>WEBCLIP con testimonianze di sfollati a Bangui:RE>