Il controllo del giacimento di gas Leviathan, dietro il conflitto tra israeliani e palestinesi?
Marsiglia: da anni l'interesse è focalizzato sullo sfruttamento delle risorse minerarie. Sfruttando l'enorme bacino di gas sia Israele che i territori palestinesi potrebbero raggiungere un'indipendenza energetica e diventare esportatori del gas estratto
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(AGR) E' possibile, come scrive Michele Marsiglia, presidente della Federpetroli e grande esperto del settore in una nota stampa che dietro l'attuale scontro tra palestinesi ed israeliani ci sarebbe il "controllo" e quindi lo sfruttamento, commercializzazione eventuale e vendita di un giacmento di gas che si trova dinanzi alle coste israeliane.
"A largo delle coste israeliane ci sono enormi risorse di gas naturale, parliamo di Leviathan, uno dei giacimenti di gas più grandi al mondo nel Mar Mediterraneo" ha affermato il Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia a seguito del conflitto che sta investendo i territori palestinesi ed israeliani.
"Possiamo parlare di religione, di territori occupati e di altre variabili tra i due popoli ma da anni l'interesse è focalizzato sullo sfruttamento delle risorse minerarie Offshore. Sfruttando l'enorme bacino di gas sia Israele che i territori palestinesi potrebbero raggiungere un'indipendenza energetica e diventare nello stesso tempo esportatori del gas estratto e prodotto. Geograficamente, l'area che si affaccia sul Mar Mediterraneo e' strettamente collegata alla Striscia di Gaza. Se anche la zona di terra sotto controllo dell'Autorità Palestinese riuscisse a trovare fondi finanziari da parte altri paesi arabi per lo sfruttamento delle risorse, in un solo anno sia la Striscia che la zona della West Bank (Cisgiordania) non avrebbero più bisogno di Israele per il proprio fabbisogno energetico, considerando che oggi la Striscia vive di corrente alternata durante il giorno. Parliamo di 50 chilometri di area in estensione di giacimento in acque profonde a circa 1.500 metri".