Covid-19, l'Europa studia un piano antivirus
Partito il progetto europeo MOOD per la prevenzione dei rischi nella sanità pubblica. Un piano di ricerca scientifica per individuare con largo anticipo i primi segnali di epidemie. Nel 2023 saranno messi a disposizione di tutti i Paesi strumenti di monitoragg
modello previsionale covid-19
(AGR) E' partito nei giorni scorsi un nuovo progetto di ricerca scientifica per individuare con largo anticipo i primi segnali di epidemie, al termine del quale, nel 2023, saranno messi a disposizione di tutti i Paesi strumenti di monitoraggio ad integrazione di quelli esistenti. Sono 25 gli enti di ricerca e le agenzie di salute pubblica e veterinaria di 12 paesi al mondo impegnati in questa sfida a carattere globale. Tra questi c’è la FEM che coordina il Work Package sulla diseases intelligence e che vede come partner FBK nell’ambito della JRU Epilab, operante da un paio di anni nell'ambito dell'epidemiologia quantitativa delle malattie infettive, e l’Istituto Superiore di Sanità.
“FEM coordina in questo progetto una specifica area relativa alla intelligenza delle malattie che ci vede collaborare con FBK nella raccolta di dati a livello europeo e sviluppare modelli epidemiologici” spiega la coordinatrice della Work Package sulla diseases intelligence, Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione FEM.
Quali sono i rischi legati alla diffusione di nuovi patogeni in Europa? In quali zone è maggiore la probabilità che si diffondano? Queste, essenzialmente, le domande a cui i ricercatori di MOOD cercheranno di rispondere sfruttando tecniche analitiche e di estrazione dei dati provenienti da più fonti per migliorare il rilevamento, il monitoraggio e la valutazione delle malattie emergenti in Europa. L’auspicio è che MOOD possa fornire supporto pratico e metodologico alle esistenti piattaforme di monitoraggio, combinando le informazioni legate alla salute con dati legati ad altri fattori, come quelli climatici e migratori, oppure all’uso del territorio o addirittura alla deforestazione.
Il cambiamento climatico, la mobilità animale e umana, la crescita della popolazione mondiale e l’urbanizzazione hanno portato ad un aumento del rischio legato all’insorgenza di emergenze sanitarie ed alla diffusione globale di nuovi patogeni. Il mondo lo sta vivendo in questo momento a seguito della diffusione della pandemia legata al virus Covid-19. In questa situazione il fattore tempo diventa essenziale per una diagnosi precoce dei rischi.