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Ciclismo, due italiani alla Race Across America 2016,

print17 giugno 2016 10:24
Ciclismo, due italiani alla Race Across America 2016,
Il team Gruberg – Ultracycling Dreams si prepara per “la corsa in bici della vita” che attraversa gli Stati Uniti dalla Costa Ovest a quella Est passando per 12 stati. Enrico Bergamelli, di Nembro (BG), e Aldo Zini, di Grumello del Monte (BG) ma originario di Milano, parteciperanno all’edizione 2016 della celebre Race Across America con lo scopo di raccogliere fondi per aiutare il progetto “Quasi a casa” dell’Associazione ConGiulia Onlus a beneficio del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Saranno più di 5.000 km con Bergamo nel cuore e una raccolta fondi con un obiettivo minimo di 5.000 Euro, già raggiunti per oltre la metà quando mancano poco meno di sessanta giorni al termine. È la dura missione che attende il duo formato da Enrico Bergamelli e Aldo Zini. Seguiti da uno staff italo-americano, i due italiani di 46 e 37 anni metteranno alla prova mente e fisico nella gara di endurance ciclistica più lunga del mondo. La Race Across America 2016, universalmente conosciuta dagli appassionati come RAAM, consiste in una staffetta da circa 5-6 ore di corsa consecutive per atleta che prevede di partire dalle coste pacifiche a Oceanside (California) e tagliare il traguardo innanzi all’Oceano Atlantico ad Annapolis (Maryland) dopo aver percorso 3.080 miglia e oltre 57.000 metri di dislivello nel minor tempo possibile e senza sosta, eccetto che per i partecipanti in solitario. Una distanza straordinaria che consente ai temerari ciclisti di attraversare, nell’ordine: California, Arizona, Utah, Colorado, Kansas, Missouri, Illinois, Indiana, Ohio, West Virginia, Pennsylvania e Maryland.

La grande manifestazione di ultraciclismo, che quest’anno celebra la 35ma edizione, ha un tempo limite di 12 giorni e dal 1982 a oggi solo poco più di 2.500 atleti, non più del 50% dei partecipanti, è riuscito a concludere l’impresa: gli altri sono stati sopraffatti dalla stanchezza e dalle avversità che mettono a dura prova la resistenza umana.

L’edizione 2016 conta un totale di 83 team, fra solitari e squadre da 2, 4 o 8 atleti che corrono nella RAAM, oltre ad altri 34 individuali registrati al più corto evento “propedeutico”, la Race Across the West (che termina a Durango in Colorado dopo 1.384 chilometri / 860 miglia), si arriva a circa 270 ciclisti in partenza da Oceanside in California. Lo start per i solitari e i partecipanti alla RAW è previsto per il prossimo 14 giugno, mentre per le formazioni a squadre della RAAM la partenza è organizzata per il 18 giugno.

Quella di Bergamelli e Zini, la Gruberg-Ultracycling Dreams, è l’unica formazione a due italiana qualificata per partecipare all’edizione 2016, dove saranno inoltre presenti, grazie anche alla collaborazione dell’efficiente organizzazione di Raamitalia.it, gli atleti “Solo” Mark Bergmeister, Franco Micolini e Valerio Zamboni (quest’ultimo per i colori del Principato di Monaco) alla RAAM e il solitario Walter Cadamuro, iscritto alla Race Across the West, che termina a Durango.

Ciclismo, due italiani alla Race Across America 2016,



Ma non è certo solo una sfida personale, si tratta invece di contribuire al sogno del progetto “Quasi a casa” ideato dall’associazione ConGiulia Onlus che, a supporto del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, mira a realizzare una forma di ospedalizzazione intermedia, precedente al ritorno definitivo dei piccoli pazienti al proprio domicilio, organizzata attraverso un’accoglienza in case alloggio vicine all’importante nosocomio cittadino. Tale ospitalità vuole essere dedicata a quei bambini e familiari provenienti da distante che non necessitano di essere ancora ricoverati ma hanno tuttavia bisogno di cure, medicazioni e attenzioni giornaliere da parte degli operatori sanitari. La particolarità rispetto a esperienze simili già consolidate risiede nel fatto che sarà la stessa equipe medico-infermieristica del reparto a prendersi cura del bambino, consentendo alle famiglie di vivere al meglio questa esperienza in virtù della conoscenza e fiducia nel personale già consolidate nel periodo di ospedalizzazione.

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