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RomaEuropa Festival 2024, dal 4 al 5 settembe opening al teatro dell'Opera

Dell'opening del Romaeuropa Festival 2024 sarà protagonista il Ballet de l’Opéra de Lyon diretto da Cédric Andrieux con un doppio programma che affianca BIPED, padre della modern dance americana Merce Cunningham, sull’omonima composizione di Gavin Bryars a Mycelium

printDi :: 03 settembre 2024 15:54
Ballet De L’opèra De Lyon, Biped  foto da comunicato stampa

Ballet De L’opèra De Lyon, Biped foto da comunicato stampa

(AGR) La tradizione della danza contemporanea e le nuove frontiere della ricerca coreografica, il minimalismo musicale e l’elettronica convivono nell’inaugurazione della trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival: per la prima volta al Teatro Costanzi, grazie alla co-realizzazione con Teatro dell’Opera di Roma, l’opening del Romaeuropa Festival 2024 vede protagonista, il 4 e il 5 settembre, il prestigioso Ballet de l’Opéra de Lyon diretto da Cédric Andrieux impegnato in un doppio programma che affianca BIPED del padre della modern dance americana Merce Cunningham sull’omonima composizione di Gavin Bryars (in scena insieme al suo ensemble) a Mycelium del coreografo greco Christos Papadopoulos sul tappeto sonoro di Coti K. Nasce un dialogo tra due generazioni della danza, nuovi talenti e grandi maestri, nello spirito che anima l’intera edizione del REF.

Afferma il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Francesco Giambrone: «Esprimo grande soddisfazione per questa collaborazione con il Romaeuropa Festival, che allarga la nostra rete di partnership istituzionali e arricchisce il progetto artistico della nostra Fondazione. L’inaugurazione del Romaeuropa Festival con “BIPED” e “Mycelium” al Teatro Costanzi, e successivamente la collaborazione per la prima mondiale al Teatro Nazionale della nuova opera di Silvia Colasanti “L’ultimo viaggio di Sindbad”, rafforza un percorso che intendiamo proseguire anche in futuro. La sinergia artistica tra noi e il Romaeuropa Festival, che si basa sull’attenzione condivisa ai linguaggi della danza, delle arti performative e della musica di oggi, ci permette di fondere visioni progettuali importanti per i nostri pubblici, contribuendo a offrire alla città di Roma proposte di grande qualità ed eccellenza e delineando una scena artistica dinamica e attenta al contemporaneo».

 
Prosegue il Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa Fabrizio Grifasi: «È per noi un onore poter inaugurare la trentanovesima edizione del nostro Festival con il Teatro dell’Opera di Roma e speriamo questa collaborazione possa continuare in futuro. Si tratta di un dialogo per noi importante che contribuisce a rafforzare la rete di collaborazioni all’interno della città di Roma e a sottolineare la ricchezza della storia della creazione contemporanea e le sue connessioni con il panorama artistico del presente».

Ventisei danzatori e cinque musicisti in scena sono impegnati nell’esecuzione delle due coreografie proposte nella serata per costruire un ponte tra linguaggi e discipline. «Il Ballet de l’Opéra de Lyon è sempre stato, nel suo stesso DNA, un ponte tra l’eredità dei grandi nomi della storia della danza e le nuove voci della coreografia contemporanea» racconta Cédric Andrieux, direttore del prestigioso Balletto. «I danzatori che si uniscono al Ballet cercano una radice classica nell’approccio al movimento e allo stesso tempo la possibilità di scoprire i nuovi talenti coreografici». 

Tra le più celebri composizioni coreografiche di Merce Cunningham, BIPED (1999) è entrata a far parte del repertorio del Ballet de L’Opéra de Lyon lo scorso 16 aprile, in occasione dell’anniversario della nascita del coreografo, considerato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Alle soglie del nuovo millennio Cunningham trovò nella ricerca tecnologica l’impulso per rinnovare la propria arte. Attraverso il software DanceForms (appositamente creato) e utilizzando un complesso sistema di sensori per il motion capture e telecamere a raggi infrarossi, insieme agli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar, traspose in immagini digitali settanta frasi coreografiche dando vita a corpi e forme geografiche che, proiettate su un tulle in proscenio, interagiscono con i danzatori in scena. Anticipando le tendenze del ventunesimo secolo, il Maestro diede vita a una fusione di corpi, danza, luci, immagini in movimento e ologrammi, un’immersione corporea e spaziale, luminosa e grafica, un moto continuo tra assoli, duetti, trii e danze d’insieme in grado di catturare lo sguardo dello spettatore e immergerlo in un “universo virtuale” poetico e visionario. Afferma Andrieux che dal 1999 al 2007 ha fatto parte della Merce Cunningham Dance Company: «Con il corpo di ballo, abbiamo avuto un periodo di prove di sette settimane durante le quali due assistenti del Merce Cunningham Trust hanno lavorato intensamente con le danzatrici e i danzatori per trasmettere la coreografia. La pièce richiede molto virtuosismo ed è stata necessaria molta pratica per arrivare al debutto». Contribuisce all’immersione in questo universo l’omonima composizione musicale di Gavin Bryars, tra i primi musicisti a lavorare con Cunningham dopo la morte, nel 1992, di John Cage, suo principale collaboratore e compagno di vita. Eseguita dal vivo dallo stesso compositore inglese e dal suo ensemble la composizione fonde linee musicali preregistrate e live, dando vita a una trama sonora ipnotica e poetica.

Nella seconda parte della serata, in un ideale passaggio del testimone, l’approccio minimalista al suono e al movimento s’incarna nella prima nazionale di Mycelium, coreografia appositamente commissionata dal Ballet de l’Opéra de Lyon al greco Christos Papadopoulos. Dopo aver presentato al Romaeuropa Festival Elvedon (2016) Opus (2018), Larsen C (2021) e Mellowing (2023), il coreografo continua il suo percorso al festival approdando per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma e affermando, insieme ai danzatori e alle danzatrici del Balletto, la forza del suo linguaggio votato alla coralità.

Ecco che il mondo virtuale prefigurato da Cunningham diventa, in Mycelium, uno “zoom” sull’esistenza dei micro-organismi e sul loro sistema di movimento e comunicazione. I danzatori danno vita a un’entità multiforme, una proliferazione di corpi ispirata al mondo dei funghi e caratterizzata da micro-variazioni, aggiustamenti istantanei, oscillazioni parcellizzate e una vibrante sintonia. «Un sistema complesso come lo sono i moti migratori di pesci e uccelli, in cui i singoli aderiscono alla collettività in un’improvvisazione istantanea nello spazio, dove c’è collaborazione e libertà di scelta» racconta il coreografo. A dialogare con questi movimenti è il flusso sonoro di off-beat e loop elettronici composto, parallelamente alla coreografia, dal musicista Coti K., compositore e produttore italo-greco e già collaboratore di artisti come Yorgos Lanthimos e Dimìtris Papaioannou. 

REF OPENING WEEK | Con lo sguardo rivolto ai grandi maestri della creazione internazionale, la settimana inaugurale del Festival prosegue con i primi due appuntamenti in omaggio a Ryuichi Sakamoto, tra le figure più significative del panorama musicale contemporaneo e tra le più prestigiose presenze nella storia del REF: il 6 settembre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone la Brussels Philharmonic diretta da Dirk Brossé presenta il concerto Music for Film, mentre il 7 settembre è in programma al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo il film/concerto Opus di Neo Sora.

Il festival prosegue con Outsider di Rachid Ouramdane con il Ballet du Grand Théâtre de Genève e quattro funamboli contemporanei sulle note di Julius Eastman (9 e 10 settembre) e Tucidide. Atene contro Melo di Alessandro Baricco con 100 Cellos, Giovanni Sollima, Enrico Melozzi, Stefania Rocca e Valeria Solarino (11 settembre). Infine, all’Auditorium Conciliazione, Sasha Waltz (13, 14 settembre) rinnova la sua ricerca intorno alla relazione tra danza e musica, dialogando, in Beethoven 7, con la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven e con una composizione appositamente commissionata al musicista Diego Noguera

A causa dell'incertezza delle previsioni meteo, il concerto Music for Film del 6 settembre è spostato nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”. Ringraziamo la Fondazione Musica per Roma e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la preziosa collaborazione.

foto da comunicato stampa

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Ballet De L’opèra De Lyon, Biped foto da comunicato stampa

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