Roma, la musica liturgica fra tradizione ed innovazione
Martedì 12 dicembre alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, l’IBIMUS – Istituto di Bibliografia Musicale propone una giornata di studi sulla valorizzazione e la salvaguardia della musica liturgica in Italia nel Novecento presso la Sala Macchia della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Biblioteca manoscritti musicali
(AGR) Una giornata di studi sulla musica liturgica fra tradizione e innovazione. La propone l’IBIMUS – Istituto di Bibliografia Musicale martedì 12 dicembre presso la Sala Macchia della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, che ospita da anni gli eventi culturali dell’Istituto (Viale di Castro Pretorio 105, ore 9-13).
L’incontro, coordinato da Salvatore de Salvo Fattor, presidente dell’Ibimus, si soffermerà soprattutto sulla valorizzazione e la salvaguardia della musica liturgica in Italia nella metà del XX secolo, approfondendo quelle figure di studiosi, sacerdoti, musicologi, musicisti che hanno destinato gran parte della propria vita allo studio, alla promozione e alla conservazione dell’immenso patrimonio liturgico musicale, eseguito per secoli nelle comunità romane di rito cattolico, ebraico e valdese.
In programma gli interventi di Alberto Annarilli (Virgilio Sommani. Il ritratto di un teologo e di un musicista valdese del Novecento), Pasquale Troìa (Elio Piattelli, Direttore del Coro del Tempio Maggiore di Roma (1948-1984) e altri Direttori), Giuseppe Calliari (Temporibus futuris melioribus, una testimonianza su don Laurence Feininger, che dedicò la propria vita alla salvaguardia del repertorio liturgico in latino), Federico Corrubolo (Raffaele Casimiri e Cesario D'Amato in alcune fonti d'archivio del Seminario Romano (1918-1953), il primo lasciando una forte impronta nel campo della editoria musicale sacra, il secondo partecipando, fra l’altro, al Concilio Vaticano II), Raimundo Pereira Martinez (Per rendere udibile la musica celeste. I modi ecclesiastici nella musica liturgica di Domenico Bartolucci), un omaggio a Mons. Domenico Bartolucci che, dalla metà degli anni Sessanta, si adoperò per la salvaguardia del repertorio liturgico in latino, sia attraverso la composizione, sia con la partecipazione al dialogo e dibattito, a tratti acceso, tra conservatori e innovatori, ognuno con personali vedute sul futuro della musica liturgica. Chiude la giornata Alberto Delama con l’intervento La prospettiva di un compositore colto: Luciano Chailly e il Concilio Vaticano II. Lo studioso incentrerà il proprio intervento sul compositore Luciano Chailly (padre del direttore d’orchestra Riccardo Chailly) che ha lasciato una serie di composizioni liturgiche che riflettono la prassi musicale degli anni Sessanta, offrendo preziose testimonianze di scrittura con testo in lingua latina e volgare, condizionate dal dibattito fra il mantenimento o meno della lingua latina nei canti destinati al rito.
Al termine della giornata un momento musicale affidato a due giovani interpreti, la clarinettista Marta Nizzardo con Giulia Loperfido al pianoforte, che eseguono musica di Schumann (Drei Romanzen op. 94), Debussy (Première Rhapsodie), Busoni (Elegia op. 10) e Rossini (Introduzione, tema e variazioni).
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