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Ludwig van Beethoven e l'amore al "Chiaro di Luna" .....in Do diesis min per pianoforte

La sublimazione dell’amore tradotta in una Sonata per la Contessina Giulietta Guicciardi dal grande compositore. Ludwig van Beethoven fu colpito dal portamento, dalla ingenua bellezza e dallo sguardo magnetico, della giovane al punto che si innamorò di lei perdutamente in modo puro e profondo

printDi :: 08 agosto 2024 09:22
Amore al chiaro di luna foto pixabay

Amore al chiaro di luna foto pixabay

(AGR) di Rita di Prima

Il geniale compositore tedesco Ludwig van Beethoven era solito dedicare la sua musica a qualcuno verso il quale probabilmente nutriva un sentimento di gratutudine e delle sue 32 celeberrime sonate nessuna di questa fa eccezione, tranne...Tranne una, la Sonata numero 14 in Do diesis min per pianoforte, che lui dedicò alla Contessina Giulietta Guicciardi; nota come sonata al “Chiaro di Luna" (Mondscheinsonate), considerata, sin dalla sua composizione nel 1801, uno dei capolavori musicali in assoluto di tutti i tempi.

 
Giovane e affascinante la Contessina Giulietta Guicciardi, di origini austriache, figlia del Conte Franz Joseph Guicciardi e della contessa Susanna von Brunswik, già molto in vista nell’alta società viennese di fine ottocento, venne affidata, appena diciottenne, al grande compositore pianista affinchè l’aiutasse a migliorare le proprie capacità al pianoforte. 

Ludwig van Beethoven fu subito colpito dal portamento, dalla ingenua bellezza e dallo sguardo magnetico, della giovane allieva al punto che si innamorò di lei perdutamente in modo puro e profondo. Sebbene la contessina corrispondesse il suo amore per il celebre musicista, ella era ostacolata da un fidanzamento combinato dalla sua famiglia con il conte von Galemberg.

Beethoven, come è a tutti noto, era afflitto da sordità che si andava accentuando in modo progressivo negli anni, procurandogli diversi imbarazzi in pubblico insieme a umiliazioni e sofferenze, una condizione questa per cui il grande compositore tendeva ad isolarsi. I rumors del tempo non furono certamente teneri col musicista. Si diceva in quegli anni che Beethoven, oltre ad essere poco incline alle relazioni sociali, a causa della sua patologia non fosse più in grado di comporre musica. In realtà Beethoven anche quando divenne completamente sordo fu in grado di comporre la Nona Sinfonia, con “l’inno alla gioia uno dei più grandi capolavori musicali in assoluto.

Nei confronti della sua relazione con la Contessina Giulietta, comunque, la sua sordità non condizionò la loro storia: i due continuarono ad amarsi profondamente. Il trasporto sentimentale di Beethoven nei confronti della nobildonna era talmente forte che trovò il coraggio per scrivere una lettera al padre di lei chiedendo la mano di Giulietta. Il conte Guicciardi, però, non prese minimamente in considerazione tale richiesta. Un rifiuto, dunque, che per Beethoven fu un colpo durissimo che lo fece piombare nella disperazione più assoluta da fargli rallentare, temporaneamente, la sua capacità o la voglia di comporre.

Beethoven era un artista estremamente passionale, romantico e visse nell’intimità più profonda il suo dramma amoroso. Dallo sconforto alla sublimazione dell’amore che il Genio tradusse in musica dando vita ad un pezzo immortale, la Mondscheinsonate “Chiaro di Luna” che può far capire la profondità del sentimento provato e lo strazio per l’atroce condanna che stava vivendo.

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