"La Papessa" di Angela Ricci mette in scena i diritti delle donne
La Papessa
(AGR) “La Papessa”, l’opera teatrale scritta e diretta da Angela Ricci, andata in scena di recente presso il Salone degli Affreschi di Palazzo Conti a Poli, prende spunto dalla figura mitica di Ioanne Anglica. La rappresentazione, che attinge alla nota leggenda medievale della Papessa Giovanna, eletta al soglio di Pietro nell’853, intende esplorare in realtà il tema della condizione femminile in una società rigidamente maschilista e, più in generale, il difficile percorso delle donne verso l’emancipazione. L’ambientazione nella prestigiosa residenza ducale si è rivelata quanto mai evocativa perché, sempre secondo le credenze popolari, durante una processione, che partiva dal patriarchio e si concludeva con la messa della Santa Pasqua nella basilica di San Pietro, il cavallo che la trasportava si imbizzarrì. La caduta provocò il travaglio, che avvenne in pubblico, in via dei Querceti, alle falde dell’Abbazia dei Santissimi Quattro Incoronati, di proprietà della Famiglia Conti, appunto. Secondo alcune versioni, Giovanna morì durante il parto, mentre altre narrazioni raccontano che, assalita dalla folla, fu trascinata appesa a un cavallo fino a Ripa Grande e poi gettata nel Tevere.
La compagnia teatrale (Annalisa Peruzzi, Gianluigi Catalano, Alice Coppola, Davide Doro, Anastasia Mecucci, Simona Di Clemente e Carla Di Donato) ha regalato una prova convincente, con una particolare menzione per Anna Maria De Santis, che ha interpretato Giuditta, capace di restituire con intensità il conflitto interiore, la determinazione, ma anche le fragilità del suo personaggio. Le coreografie, curate da Carla Di Donato, e le musiche originali, firmate da Carmelo Caprera, hanno arricchito l’esperienza sensoriale, aggiungendo una dimensione emotiva e suggestiva alla messa in scena. Gli arrangiamenti, e l’accompagnamento alla chitarra, di Luca Angeletti, si sono rivelati fondamentali. In particolare, con il brano “Brillare”, ha sottolineato uno dei momenti più intensi della rappresentazione.
“La Papessa”, insomma, si è rivelata, oggi più che mai, un esempio emblematico di ciò che le donne sono in grado di fare, invita a pensare e a interrogarsi sul valore dell’uguaglianza, sul diritto all’autodeterminazione e sulle barriere che, seppur in forme diverse, continuano a limitare le libertà individuali.