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La "Lobbia": Il Cappello Elegante Nato da un Attentato e Indossato da Campioni e Capi di Stato

Nata da un’aggressione politica nel 1869, la lobbia fu il cappello simbolo dell’eleganza maschile per decenni. Da Cristiano Lobbia a Raimundo Orsi, fino ad Adenauer e Brandt: ecco la storia (quasi dimenticata) di un’icona di stile

printDi :: 19 aprile 2025 20:47
Konrad Adenauer e Willy Brandt indossano entrambi una lobbia in una foto del 1961- Fonte Wikipedia.

Konrad Adenauer e Willy Brandt indossano entrambi una lobbia in una foto del 1961- Fonte Wikipedia.

(AGR) Forse pochissime persone, a parte gli esperti di moda, sanno che la "lobbia" è stato un tipo di cappello molto elegante e distintivo, in uso dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Quaranta del Novecento.

Il cappello, con la sua forma a cilindro basso e un caratteristico solco al centro, rappresentò per decenni un segno di raffinatezza e stile. Fu particolarmente amato da politici, intellettuali e figure pubbliche, fino a diventare quasi un simbolo dell’uomo elegante dell’epoca.

 
Uno dei personaggi più celebri ad averlo indossato fu Raimundo Orsi, detto "Mumo", campione del mondo con la nazionale italiana nel 1934 e stella della Juventus tra il 1930 e il 1935. Quando arrivò a Torino per la prima volta, portava proprio una lobbia, dimostrando un'eleganza che si faceva notare anche fuori dal campo.

Ma la lobbia non fu solo un oggetto di moda: fu anche un prodotto della storia politica italiana. Il cappello prende infatti il nome da Cristiano Lobbia, deputato protagonista del Parlamento italiano negli anni successivi all’unificazione. Nella notte del 9 giugno 1869, a Firenze, mentre si recava da un amico in via dell’Amorino, fu vittima di un attentato.

Un aggressore lo colpì con un coltello, ferendolo al braccio e tentando di colpirlo al cuore. Lobbia si salvò grazie al portafogli che fermò la lama, ma ricevette comunque una bastonata in testa, che ammaccò il cappello cilindrico che indossava. Lobbia reagì sparando due colpi, senza riuscire a fermare l’assalitore, che fuggì.

Quell’episodio avvenne nel contesto dello "scandalo delle ferrovie", in cui Lobbia minacciava di rivelare documenti compromettenti contro altri deputati e membri del governo. L’evento colpì talmente l’immaginario collettivo che un cappellaio fiorentino decise di realizzare un cappello ispirato alla deformazione subita dal copricapo di Lobbia: nacque così la lobbia, cappello dalla forma innovativa e distinta.

La sua popolarità attraversò i decenni, fino ad apparire in una celebre foto del 1961, dove Konrad Adenauer e Willy Brandt, protagonisti della politica tedesca del dopoguerra, indossano entrambi questo elegante copricapo. Un’immagine che testimonia come la lobbia fosse ancora sinonimo di stile e autorevolezza, anche oltre i confini italiani.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, la lobbia cadde lentamente in disuso, sostituita da modelli più informali e moderni. Oggi è un pezzo raro per collezionisti e appassionati di moda vintage, ma soprattutto un piccolo frammento della storia italiana, dove politica, violenza e moda si intrecciarono in modo del tutto inaspettato.

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