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"Il Quattro occupato" 1975/77 sogni e bisogni di una cittadinanza attiva

Il 20 settembre (ore 18) all'Aula Magna Università Roma Tre di Ostia, testimonianze, storie ed immagini dal libro "Il Quattro" occupato. Cinque “ex giovani” hanno deciso di redigere e pubblicare un volume che racconta anche fotograficamente la storia del Centro Sociale “Quattro Occupato

printDi :: 19 settembre 2024 11:56
Il Quattro Occupato evento Università Roma Tre

Il Quattro Occupato evento Università Roma Tre

(AGR) Un territorio crea la sua identità anche in base alla sua storia, alla storia delle persone che lo hanno vissuto, fatto crescere e prosperare.La prosperità non è un concetto relativo esclusivamente alla sfera materiale dell’essere, ma certamente comprende anche il livello culturale e sociale che una città è in grado di esprimere.

Sotto questo aspetto la storia del nostro territorio, ed Ostia in particolare, pone diverse criticità, luci ed ombre che è necessario conoscere per proiettarsi in un futuro, peraltro assai incerto.

 
Così, cinque “ex giovani”, protagonisti di una straordinaria storia di cittadinanza attiva -avvenuta in una città, Ostia, mortificata dal punto di vista socio-culturale poco meno di cinquant’anni fa (e sconosciuta ai più) hanno deciso di redigere e pubblicare un volume che racconta anche fotograficamente la storia del Centro Sociale “Quattro Occupato” per quasi due anni in quella che oggi è la “Caserma IV Novembre” delle Fiamme Gialle.Si tratta -in effetti- dell’azione di una generazione cresciuta in quelli che sono -spesso a torto- ricordati come “anni di piombo” e che invece per moltissimi furono “anni di sogno”, in cui la considerazione critica della realtà italiana ed internazionale, si sposava con la visionarietà giovanile e con la sacrosanta necessità di conquiste sociali, economiche e culturali.

Nell’enorme spazio abbandonato del “IV Novembre” centinaia di ragazze e ragazzi crearono -letteralmente con le proprie mani- un centro socio-culturale in grado di ospitare le più diverse attività culturali, sociali e sportive: un limpido modello di cittadinanza attiva che fu mortificato dall’ignavia e dalla miopia politica di una classe dirigente locale e comunale non all’altezza di una così forte e chiara emersione di bisogni materiali, sociali, culturali.

Da quell’esperienza emerse, tuttavia, non solo il Teatro Mayakovsky (poi Contatto) per decenni unico (piccolo) teatro del Litorale, ma anche una serie di individualità che avrebbero lasciato un segno nella cultura del paese e che si erano forgiate nella fucina di quel Centro Sociale: il regista ed attore Marco Baliani, gli attori Isa Gallinelli, Rocco Papaleo, la regista ed attrice Donatella Zapelloni, il fotografo Sandro di Biagio, il pioniere della comicoterapia europea Leonardo Spina.

Guardando onestamente all’oggi, però, a distanza di 50 anni, quella pressante domanda di spazi di espressione giovanile resta inevasa.

Certo, l’offerta sociale, artistica e culturale è molto più estesa, ma, per la popolazione che va dai 15 ai 30 anni, non esistono ancora spazi minimamente adeguati, una Casa della Cultura, ad esempio, in grado di fornire stimoli, creare occasioni ed opportunità, coesione sociale, aggregazione giovanile: è come se i giovani, conclusa la scuola dell’obbligo scomparissero dal radar sociale, per emergere più avanti o come disoccupati, precari o emigranti “culturali”.

E’ qui che l’Evento: Testimonianze, storie, immagini, prospettive “IL “QUATTRO” OCCUPATO 1975-77 sogni e bisogni di una cittadinanza attiva”

perde il suo carattere rievocativo e diviene testimonianza della possibilità che una cittadinanza attiva sia sempre possibile e che le amministrazioni possano smettere di ripercorrere i fallimentari passi dei predecessori e dare finalmente risposta ad un bisogno importante, vieppiù fondamentale, se si pensa al generale disimpegno, alla pervasività -spesso perniciosa- del mondo digitale.

Programma dell’Evento

Proiezione e commento di immagini d’epoca.

Testimonianze e letture a cura di Leonardo Spina e Donatella Zapelloni

Testimonianza di Isa Gallinelli

Intervento del gruppo APE

Impressioni e domande dal pubblico.

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