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I "Florio" i mecenati di Palermo

L’ambiziosa famiglia Florio e il lustro della “ Belle Epoque Siciliana”. Raccontiamo l’avventura generazionale di una famiglia di imprenditori che ha cambiato il volto e il destino della Sicilia a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo e rappresenta ancora oggi un modello di riferimento

printDi :: 11 ottobre 2024 15:36
I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora

I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora

(AGR) di Roberto Di Prima

Una storia di successo quella della famiglia Florio, un viaggio generazionale tra lusso, potere e ambizione, che ha segnato il destino della Sicilia e dei siciliani a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, stravolgendone il volto; un racconto affascinante che si dipana tra eventi storici e sociali in un’epoca segnata da un susseguirsi frenetico di stravolgimenti politici, scientifici e sociali, che hanno portato a un radicale cambiamento della società moderna sfociati poi, negli anni della “Belle Epoque Europea” e conclusosi con lo scoppio della prima guerra mondiale.

 
I Florio, tra ambizione, capacità di cogliere le opportunità, abilità nella creazione di relazioni commerciali e una visione a largo raggio e a lungo termine, hanno lasciato a Palermo e in Sicilia la testimonianza di una presenza forte e creativa che va al di là di ogni narrazione di successo economico-commerciale; rilevante è stato il loro sostegno alle arti e alla cultura con finanziamenti ad artisti e innumerevoli promozioni di eventi sportivi e culturali.

Una scalata di successo impressa nel tessuto economico e culturale della Sicilia come un marchio di fabbrica, visibile e indelebile ancora oggi, orgoglio e vanto di tutti i siciliani.

Il creatore del mito Vincenzo Florio, piccolo commerciante di spezie e tessuti, era arrivato in Sicilia a Palermo dalla sua terra di Calabria, con un bagaglio colmo di idee e ricco di speranza. Ben presto, nell’isola, si distinse per la sua creatività e capacità di tessere rapporti commerciali in diversi settori economici che lo portarono in pochi anni a capo di un piccolo impero economico. L’abilità imprenditoriale, la capacità di diversificare le sue attività commerciali, dalle cantine vinicole, ai battelli a vapore, ai prodotti ittici ( le tonnare e la conservazione del pesce) e perfino il Banco Florio, solo per citarre alcune, lo resero tra gli uomini più influenti del tempo non solo in Sicilia ma anche nel resto d’Italia, conquistandosi un posto di assoluto rilievo nell’alta borghesia di quegli anni e la nomina a senatore nel neonato Regno d’italia.

Ignazio Florio, figlio di Vincenzo portò le attività imprenditoriali della famiglia a raggiungere l’apice, favorito anche da un quadro politico europeo molto più aperto ai cambiamemti e alle nuove sfide industriali che caratterizzarono gli anni di fine ottocento. Un consolidamento del patrimonio familiare che passò attraverso il rafforzamento delle tonnare di Favignana, Levanzo e Marettimo, al commercio dello zolfo, alla creazione della società di trasporti marittimi “Florio Rubattino”.

Succede, però che, come insegna la storia, alle grandi ascese spesso seguono i declini e di questa accezione anche la gloriosa famiglia Florio ne fece parte. Fu, infatti, con Ignazio junior, l’erede principale di Vincenzo ed Ignazio Florio, un giovane colto e cosmopolita che, nonostante su di lui si fosse concentrata tutta la ricchezza accumulata dalla famiglia, egli non riuscì a consolidare l’enorme patrimonio accumulato. A onore di cronaca egli provò, anche con successo, a mantenere e potenziare le attività di famiglia nei primi anni della sua gestione, ma dovette lentamente arrendersi di fronte all’avanzare di eventi storici e a un clima politico sfavorevole: il declino inesorabile di una gloriosa famiglia era appena cominciato.

Di lui e della moglie donna Franca, all’anagrafe Francesca Jacona della Motta di San Giuliano, una donna dalla bellezza e dal fascino leggendari, si ricorda tra l’altro, la vita sfarzosa e mondana che ebbero a condurre in piena “Belle Epoque” e il sostegno incondizionato alle arti con enormi finanziamenti ad opere architettoniche; con loro la Sicilia e Palermo, in particolare, vissero una stagione di grande splendore culturale e sociale. Le collaborazioni con l’architetto Ernesto Basile cambiarono il volto urbanistico della città e della Sicilia attraverso lo sviluppo dello stile liberty: il Teatro Massimo, Villa Igiea, le Dimore Florio cosidetti Villini Florio, le tonnare sparse in tutta la sicilia, la Targa Florio voluta da Vincenzo Florio, sono solo alcune delle testimonianze storico-artistiche lasciate in eredità e che rievocano i fasti di una città e di un’epopea, che con loro e per loro volere attraversò uno dei periodi più luminosi di tutta la sua storia.

La famiglia Florio, simbolo di vivacità economica e culturale, rappresenta, ancora oggi, un modello di riferimento per Palermo e per la Sicilia, e viene ricordata da tutti i siciliani con un manifesto senso di autentica gratitudine.

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I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora
I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora
I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora
I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora
I villini Florio di Palermo ph credit di Francesco Remora
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