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Elvira Notari: la prima regista italiana dimenticata dalla storia

Pioniera del cinema verista, censurata dal fascismo e oggi quasi sconosciuta

printDi :: 14 febbraio 2025 17:58
Elvira Notari: chi era la prima regista italiana?

Elvira Notari: chi era la prima regista italiana?

(AGR) Elvira Notari, chi era costei?  Così avrebbe detto il buon don Abbondio se fosse vissuto ai nostri tempi. Eppure, Elvira Notari è stata una donna di indubbie capacità e lungimiranza, protesa verso il futuro per raccontare i problemi sociali del suo tempo.

Nel 1905, a Napoli, vengono inaugurati il Cinematografo parlante e il Salon Parisien, il primo cinema d'Italia, rendendo la città partenopea il centro cinematografico più importante del Regno d'Italia. Mentre Hollywood era ancora un piccolo villaggio deserto in California, al Vomero si concentravano le prime case di produzione e distribuzione cinematografica.

 
Elvira Notari, nata a Salerno, si trasferisce a Napoli con la famiglia e lavora inizialmente come modista. Affascinata dal cinema, lascia il suo impiego e, insieme al marito fotografo, si dedica a questa nuova forma di narrazione. I suoi film prendono ispirazione dalla realtà quotidiana, rendendola la prima regista italiana a sviluppare un cinema verista o realista.

Se le pellicole dell'epoca si basavano principalmente su eventi storici, Elvira Notari introduce una visione innovativa, raccontando la realtà popolare, in particolare quella napoletana. Le sue storie si svolgono nelle strade, trasformando Napoli in un set vivente e portando sul grande schermo la crudezza della vita quotidiana. Un'analoga ispirazione si ritroverà in Charlie Chaplin con capolavori come "Il monello", "Luci della città" e "Tempi moderni".

La sua prima pellicola significativa, "Guerra italo-turca tra scugnizzi napoletani" (1912), è ambientata nel quartiere Stella di Napoli e segna l'inizio di una produzione cinematografica che anticipa il Neorealismo, corrente artistica che si svilupperà dopo la Seconda guerra mondiale.

In un'epoca in cui le donne erano relegate al ruolo di madri e casalinghe, Elvira Notari si afferma come una figura rivoluzionaria, ma diventa invisa al regime fascista. La sua casa di produzione, la Dora Film, esporta i suoi lavori anche negli Stati Uniti, rappresentando per gli emigranti italiani un'Italia autentica e senza retorica. Tuttavia, il regime, intollerante verso i dialetti e la rappresentazione di un'Italia lontana dalla propaganda ufficiale, impone una dura censura, costringendo la regista ad abbandonare il cinema.

Questa stessa censura colpirà in seguito anche i grandi registi del Neorealismo, poiché i censori erano rimasti gli stessi del periodo fascista. Oggi possiamo affermare senza dubbio che Elvira Notari sia stata una donna di grande temperamento, una regista lungimirante e anticonformista. Eppure, nonostante la sua importanza storica, il cinema e la televisione non le rendono il giusto omaggio.

Mentre ricordiamo figure come Artemisia Gentileschi nella pittura o Michela Murgia nella letteratura, il nome di Elvira Notari è caduto nell'oblio. Con questo articolo, spero di aver contribuito a riscoprire la sua eredità e a restituirle il posto che merita nella storia del cinema italiano.

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