Uccide brutalmente ...il proprio cane, la LNDC: servono pene severe
Ancora un episodio di violenza brutale nei confronti di animali indifesi. Un uomo ha colpito con un coltello il suo cane ed ha cercato di dargli fuoco. All'arrivo dei carabinieri si è “giustificato” dicendo che: il cane era suo e poteva farci ciò che voleva.
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(AGR) Ennesima storia di violenza ai danni di un cane considerato meno di un oggetto.E' accaduto a Rivoli, in provincia di Torino. Un passante ha chiamato i Carabinieri perché aveva visto un uomo trascinare in strada un cane ferito per poi colpirlo ripetutamente con un coltello. In seguito, una volta morto, l’aguzzino l’ha anche cosparso di alcool per cercare di dargli fuoco. Al loro arrivo, i militari sono stati prima aggrediti a loro volta e poi l’uomo si sarebbe giustificato dicendo che il cane l’aveva morso e che, siccome era suo, poteva farne ciò che voleva. Proprio il ragionamento di chi vede l’animale come una cosa di sua proprietà anziché come un essere senziente. L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, porto d’armi abusivo e uccisione di animale.
“Se all’uccisione di animale non si fossero aggiunti anche i reati della resistenza a pubblico ufficiale e del porto d’armi, non sarebbe scattato l’arresto di questa persona. Abbiamo bisogno urgentemente di una radicale modifica dell’impianto normativo che aumenti le pene per questi reati e rendano possibile l’immediata applicazione di misure cautelari severe” – afferma Michele Pezone, Responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection.
“Come sempre, i nostri legali sono già al lavoro per denunciare anche quest’ennesimo atto di crudeltà efferata nei confronti di un essere indifeso. Una persona capace di fare una cosa del genere è sicuramente un soggetto pericoloso e lo dimostra anche il fatto che abbia cercato di aggredire anche i Carabinieri. Mi auguro che le forze dell’ordine e la magistratura tengano in debita considerazione la pericolosità sociale di questo individuo e infliggano una pena esemplare, nonostante il nostro codice penale in materia sia ancora troppo blando”, conclude Rosati.