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Tragica morte di un'insegnante dopo il vaccino Covid: Rinvio a giudizio per negligenza medica

Otto medici sotto accusa per non aver diagnosticato tempestivamente complicazioni post-vaccino che avrebbero potuto salvare la vita della paziente

printDi :: 17 marzo 2024 22:42
Tragica morte di un'insegnante dopo il vaccino AstraZeneca

Tragica morte di un'insegnante dopo il vaccino AstraZeneca

(AGR) La morte prematura di Stefania Cecca, insegnante delle elementari, continua a sollevare interrogativi riguardo alla sicurezza dei vaccini anti-COVID. Il 9 aprile del 2021, Stefania Cecca è scomparsa a causa di un'emorragia cerebrale che, secondo gli ultimi sviluppi investigativi, sarebbe stata causata dal vaccino AstraZeneca.

Il pm Pietro Pollidori - come riporta Il Corriere della Sera - ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio per otto medici di un nosocomio romano, dove la paziente è stata trattata. Secondo le accuse, i medici non hanno valutato adeguatamente due complicazioni - piastrinopenia ed embolia - emerse dopo la vaccinazione, compromettendo così le possibilità di sopravvivenza della vittima.

 
I primi segnali di malessere di Stefania Cecca sono emersi dieci giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca: spossatezza, problemi alla vista, respiro affannoso e mal di testa. La sua condizione è peggiorata progressivamente fino a quando, il 16 marzo del 2021, si è recata al pronto soccorso dell'ospedale.
Secondo l'accusa, il personale medico avrebbe dovuto effettuare una Tac e un esame angiografico per individuare la presenza di eventuali trombi, considerando i sintomi riportati dalla paziente. Inoltre, le analisi avrebbero evidenziato una diminuzione delle piastrine e l'insorgere di un'embolia, segni che avrebbero dovuto allertare i medici sulla possibilità di una trombosi venosa cerebrale.

Tragica morte di un'insegnante dopo il vaccino AstraZeneca

Tragica morte di un'insegnante dopo il vaccino AstraZeneca

La mancata tempestiva diagnosi della trombosi cerebrale è stata ulteriormente aggravata dall'insorgere di una trombosi polmonare. Il Procuratore ha sottolineato che se la condizione fosse stata individuata con almeno sei giorni di anticipo, sarebbe stato possibile eseguire un intervento chirurgico di decompressione della pressione intracranica, che avrebbe potuto salvare la vita dell'insegnante.

La tragedia di Stefania Cecca solleva interrogativi fondamentali sulla gestione delle complicazioni post-vaccino e sull'importanza di una diagnosi tempestiva. Il caso, oltre a rappresentare una perdita irreparabile per la famiglia, solleva la necessità di un'approfondita valutazione delle procedure mediche e della vigilanza nel monitorare gli effetti collaterali dei vaccini.

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