Roma, commemorati due fedeli servitori dello stato, uccisi dai terroristi
Il Maresciallo di Polizia Mariano ROMITI, in servizio al Commissariato "Prenestino", fu assassinato da un commando di terroristi delle B.R. nella mattina del 7 dicembre 1979, mentre andava a testimoniare.L'Agente Ciro CAPOBIANCO cadde un agguato terrorista da parte dei N.A.R.il 7 dicembre 1981
Un momento della cerimonia rievocativa di questa mattina
(AGR) Ricorre oggi il 45° anniversario della morte del maresciallo di P.S. Mariano ROMITI ed il 43° anniversario della morte dell'Agente di P.S. Ciro CAPOBIANCO, entrambi assassinati da commandi di terroristi: il primo dalle "Brigate Rosse" ed il secondo dal gruppo eversivo "Nuclei Armati Rivoluzionari".
In memoria delle due vittime del terrorismo, nel corso della mattinata è stata deposta, dal Questore di Roma Roberto Massucci, una corona di alloro a nome del Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza - Prefetto Vittorio PISANI, sulle lapidi collocate rispettivamente presso la "Maurizio Giglio" e all'interno del Commissariato di P.S. "Prenestino".
Il Maresciallo di P.S. Mariano ROMITI, in servizio presso il Commissariato "Prenestino", fu assassinato da un commando di terroristi delle B.R. nella mattina del 7 dicembre 1979, mentre si stava dirigendo a testimoniare in un processo.
Le successive indagini sulla morte di ROMITI, effettuate dalla Digos, consentiranno di individuare e catturare, nel gennaio 1982, tutti i componenti della "Colonna XXVIII" delle B.R., tra i quali Antonio SAVASTA, Renato ARRENI, Giorgio BENFENATI Walter DI CERA e Giuseppe PALAMA', che successivamente vennero condannati all'ergastolo.
L'Agente di P.S. Ciro CAPOBIANCO, in forza presso il Reparto Volanti, fu vittima di un agguato terrorista da parte dei N.A.R. e morì il 7 dicembre 1981, dopo due giorni di agonia.
Le indagini sulla morte di CAPOBIANCO, sempre effettuate dalla Digos, consentiranno anch'esse di individuare tutto il gruppo di fuoco dei N.A.R. Nello scontro a fuoco perse la vita il terrorista nero Alessandro ALIBRANDI e i suoi complici Walter SORDI e Pasquale BELSITO furono assicurati alla giustizia.