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Roma Cinecittà, in manette tre cinesi per tentata estorsione ai danni di una connazionale

Una donna cinese proprietaria di un locale su via Tuscolana ha denunciato ai Carabinieri di Roma Cinecittà di essere vittima di un tentativo di estorsione, da parte di tre connazionali cinesi. Il terzetto aveva chiesto 9 mila euro e quando si è presentato per ritirare il denaro ha trovato i militari

printDi :: 05 aprile 2024 15:51
Carabinieri la stazione Casilina

Carabinieri la stazione Casilina

(AGR) I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina hanno arrestato 3 cittadini cinesi, di 40, 41 e 45 anni gravemente indiziati di tentata estorsione aggravata. Lunedì primo aprile, una donna cinese proprietaria di un locale su via Tuscolana ha denunciato presso la Stazione dei Carabinieri di Roma Cinecittà di essere vittima di un tentativo di estorsione, da parte di connazionali cinesi.

In particolare la donna ha dichiarato che nella giornata di domenica un connazionale, dopo alcuni convenevoli le aveva fatto intendere che pretendeva dei soldi, aggiungendo che sarebbe passato il giorno seguente a ritirarli. In tre, tutti cittadini cinesi, si erano poi presentati nella mattina di lunedì chiedendo 9.000 euro con esplicite minacce se non avesse ottemperato. Al suo diniego, i tre si sono poi allontanati dicendo che sarebbero ripassati nel pomeriggio.

 
A quel punto la donna si è subito recata in caserma dai Carabinieri per denunciare il tutto. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina si sono appostati fuori dal locale e quando i tre cinesi sono nuovamente arrivati e hanno proseguito con il loro tono minaccioso, chiedendo di avere la somma pretesa, per evitare che la situazione potesse degenerare sono intervenuti e hanno arrestato i tre uomini cinesi.

Ad esito della convalida, due sono stati portati nel carcere di Regina Coeli e uno sottoposto agli arresti domiciliari, come disposto dal Tribunale di Roma.Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati devono considerarsi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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